

"Le persone
non fanno i viaggi,
sono i viaggi
che fanno le persone..."
TAPPA 1
da Cernusco sul Naviglio
a Roppolo
(142 km)
Prima tappa molto lunga ma quasi interamente pianeggiante.
Si parte all'alba dal Santuario di Santa Maria per raggiungere Milano lungo il Naviglio della Martesana.
Dopo aver attraversato tutto il centro e la piazza del Duomo, si prosegue lungo il Naviglio Grande.
Dopo aver oltrepassato abbiategrasso, si attraversa il Ticino per entrare nella splendida città di Vigevano.
Da qui si pedala fino a Mortara (raggiungendo l'antico tracciato medievale che risaliremo fino a Canterbury) entrando nella zona delle risaie.
Dopo Robbio attraverseremo il Sesia per entrare in Vercelli e da qui si prosegue lungo gli argini, in mezzo ai campi allagati per la coltura del riso.
Raggiunta Santhià, la strada comincia a salire dolcemente per arrivare nei pressi del lago di Viverone e raggiungere Roppolo, dominata dal suo Castello, sede dell'Enoteca Regionale della Serra, dove poter degustare i vini prodotti sulle colline circostanti: il Canavese e Erbaluce.



Vigevano
La parte più vecchia di Vigevano è datata al basso medioevo. Al tempo la città venne fortificata lungo uno dei lati della pianura delTicino. Il paese divenne una città indipendente, grazie alla sua posizione strategica e per questo divenne centro di conflitti frequenti tra Pavia e Milano.
Il 14 marzo 1530 la città venne eretta sede vescovile.
La città divenne feudo di diverse famiglie: i Della Torre, i Visconti tra la fine del Duecento e la metà del Quattrocento e gli Sforza tra il 1450 e il 1535. Durante il periodo sforzesco la città entrò nel suo periodo aureo divenendo residenza ducale, un centro commerciale di notevole importanza e vi fu installata la sede vescovile.
Da non perdere la visita al Castello Visconteo Sforzesco, al Duomo e una passeggiata nella belissima piazza Ducale.
Splendido esempio di piazza rinascimentale è stata concepita come opera architettonica unitaria; nel suo insieme costituisce una delle più compiute realizzazioni urbanistiche di tutto il quattrocento lombardo.
La piazza si presenta a pianta rettangolare con le seguenti dimensioni: 134 metri di lunghezza e 48 metri di larghezza, circondata da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati e tutti differenti fra loro.
Originariamente i portici si interrompevano ai piedi della Torre del Bramante, in corrispondenza dell'attuale scalone di accesso al castello: al posto di quest’ ultimo, una rampa, percorribile anche a cavallo, saliva dal centro della piazza fino al portone del castello, ingresso d'onore della reggia sforzesca.
Nel 1680 per opera del vescovo spagnolo Juan Caramunel Lobkovitz, la rampa fu abbattuta, il giro dei portici completato ed il quarto lato della piazza fu chiuso dalla facciata barocca del Duomo, concava e perpendicolare all' asse della Piazza in modo da mascherare l'eccentricità della chiesa.
Il cantiere della Cattedrale prese avvio con il duca Francesco II Sforza nel 1534, su progetto di Antonio da Lonate che provvide alla demolizione della precedente chiesa di cui fu salvato il “coro”, che risale al 1465.
Il duca Francesco II Sforza voleva dare a Vigevano, da soli due anni eretta a sede vescovile ed insignita del titolo di città da Papa Clemente VII, una degna cattedrale, dedicata all’antico patrono S. Ambrogio.
La facciata della chiesa è stata concepita e realizzata nel 1680 dal vescovo spagnolo Caramuel: è in stile barocco e con la sua forma ellittica completa il lato est della Piazza Ducale cingendola verso via Roma. Sul fastigio spiccano le statue della Madonna, di due angeli, di S. Ambrogio, di S. Carlo e due obelischi. I poderosi portoni sono in legno di larice.
Il sagrato è stato rinnovato nel 1934. Il campanile della chiesa fu sopraelevato a più riprese su un’antica torre del Trecento; è caratterizzato da merlatura ghibellina, ha cinque campane più la campanella detta “dei canonici”.
Vercelli
Eletta capitale europea del riso, sorge sulla sponda destra del fiume Sesia e gode di un paesaggio davvero particolare, fatto di lucenti specchi d'acqua che si inoltrano a perdita d'occhio e che in particolari momenti della giornata risultano suggestivi e romantici.
Nel suo centro storico, circondato da viali che corrispondono alle antiche mura medioevali, si trovano case risalenti al XII e XV secolo.
Vercelli divenne municipio romano nel I sec. a.C. Fu poi sede del primo episcopato del Piemonte, per diventare poi ducato longobardo, contea carolingia e quindi nel XII sec. libero comune dove partecipò alla Lega lombarda contro Federico Barbarossa.
Come moltissimi altri liberi Comuni di allora fu tormentata da lotte interne tra guelfi e ghibellini. Nel 1335 passò ai Visconti e nel 1427 ai Savoia a cui la città rimase da allora in poi legata fino all'unità d'Italia.
Tra i monumenti imperdibili vi sono la Basilica di Sant'Andrea (1219-1224) con l'annessa Abbazia cistercense e la Cattedrale (XVI-XVIII sec.).
La Basilica di S. Andrea è una monumentale chiesa romanico-gotica, edificata tra il 1219 e il 1227.
La facciata, chiusa tra due campanili gotici, è aperta da tre portali con lunette romaniche scolpite, dal rosone centrale e da due gallerie.

Il campanile isolato è a base quadrata, costruito tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo. All'interno, a croce latina a tre navate, sono conservate numerose opere d'arte tra cui, nel presbiterio, il coro ligneo intarsiato del 1511-1515 e, nel transetto sinistro, un crocifisso ligneo policromo di fine Quattrocento. Sul lato sinistro dell'edificio si trova il complesso abbaziale, fondato contemporaneamente alla chiesa.
Della struttura originaria rimangono: il chiostro, a pianta rettangolare, con elementi decorativi cinquecenteschi, la sala capitolare a nove campate, la sagrestia e l'aula del parlatorio. Proseguendo in via G. Bicheri si arriva in piazza S. Eusebio dove sorge il Duomo dedicato a S. Eusebio: edificato in più fasi, sul luogo dove sorgeva l'antica basilica paleocristiana del V secolo. Il campanile è l'unico elemento rimasto dell'edificio medioevale. In prossimità del Duomo si trova il Palazzo dell'Arcivescovado risalente al XII secolo, che raccoglie opere di pittori vercellesi.
In Corso Libertà è possibile visitare la chiesa di S. Cristoforo edificata nel XVI secolo e rimaneggiata nel Settecento.

Roppolo
Lungo la via principale sorgono alcuni edifici storici: l’asilo (attualmente adibito a biblioteca), numerose abitazioni private (di cui una usata secoli fa come locanda per i pellegrini francigeni) e il Palazzo Comunale; appena oltre si erge la settecentesca Chiesa della Vergine del Rosario, all’ombra del poderoso campanile.
Percorrendo la strada in salita lungo la quale, all’inizio dell’autunno, si svolge la caratteristica “Corsa delle botti”, si raggiunge il Castello, massiccia costruzione il cui nucleo originario risale al X secolo e oggi sede dell’Enoteca Regionale della Serra: le cantine (XVI sec.) ospitano 300 tipi di vino e una raccolta di 30.000 bottiglie accuratamente selezionate. Dal belvedere si ha una splendida panoramica sul lago di Viverone, l’Anfiteatro Morenico di Ivrea, Azeglio, il Castello di Masino e il Castello di Morzano.
dove dormire
B & B
VILLA EMILIA
13883 - Roppolo
Via Emilia Bichieri 1
Tel. +39 347 587 9408
Castelli della Loira
TAPPA 2
da Roppolo
a Châtillon (Aosta)
(70 km)
Si comincia a pedalare in salita, solo un piccolo assaggio delle prossime tappe.
Lasciata Roppolo si discende verso il Lago di Viverone e dopo pochi chilometri si raggiunge Ivrea e la Dora Baltea che risaliremo sino a Châtillon.
La Via Francigena si snoda non distante dalla statale, ma leggermente in posizione elevata in costa al rilievo, regalando incredibili scorci su tutta la vallata.
Tra vigneti su terrazze, boschi e piccoli borghi, si pedala con un continuo saliscendi: cominciamo ad incontrare i primi castelli e i forti a guardia della valle.
Il Borgo medievale di Bard è uno dei più suggestivi e meglio conservati dell'interaValle d'Aosta, dominato dal suo Forte, poco più avanti Verrés e il suo Castello a pianta quadrata.
Superata Saint Vincent e il Casinò della Vallé, raggiungiamo il caratteristico paesino di Châtillon con il suo Castello di Ussel
Ivrea
Considerata la piccola capitale del Canavese, ad Ivrea convivono tecnologia e Medioevo, folklore e natura, arte e scorci romantici.
La visita della città comincia dalla Piazza Nazionale (Piazza di Città), nel borgo storico di Ivrea.
Qualche metro in salita fino a raggiungere una lunga scala: la chiamano scala santa, o anche scala del Comune e unisce la parte alta a quella bassa del centro storico. Fra i vicoli della città alta gli scorci suggestivi sono tanti: è in questo angolo che ogni anno hanno luogo lo Storico Carnevale di Ivrea e la celebre “battaglia delle arance”.
Al culmine della salita verso la città alta ecco spuntare il Duomo di Santa Maria, dalla storia più che millenaria (le parti più antiche della chiesa conservano reperti dell’età romana).
Sono da vedere i resti del Chiostro dei Canonici, gli affreschi della cripta, quelli del salone al piano nobile del Palazzo Vescovile e il mosaico nel Seminario Maggiore.
Nella città alta, accanto alla Cattedrale e al Palazzo Vescovile, sorge anche il castello dalle rosse torri (così lo battezzò così Giosuè Carducci). La sua fondazione risale al secondo Trecento. Le grandi torri circolari, il ponte levatoio sospeso sul fossato, il camminamento di ronda ornato di merlature a coda di rondine: insomma, è tutto come una volta. Sede di eventi e mostre temporanee, il castello è aperto al pubblico tutto l'anno.



Il Forte di Bard
E' un'imponente opera di sbarramento, eretta all'imbocco della Valle d'Aosta. La fortezza sabauda occupa interamente lo strategico sperone roccioso che sbarra l'accesso attraverso la valle. L'attuale fortificazione venne costruita tra il 1830 e il 1838 sulle rovine di un precedente castello, distrutto nel 1800 dalle truppe di Napoleone.
In quell'occasione, dopo aver resistito a un assedio di 15 giorni, la guarnigione si arrese - con l'onore delle armi - all'Armée de Réserve francese, composta da 40.000 uomini, che aveva valicato le Alpi al Colle del Gran San Bernardo.
Il complesso, progettato dall'ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, è composto da diversi corpi di fabbrica indipendenti, capaci di garantire la reciproca difesa.
La piazzaforte è un perfetto esempio dell'architettura militare dell'epoca, disponeva di potenti artiglierie (50 bocche da fuoco di vario calibro fra mortai, obici e cannoni) alloggiate in casematte poste su diversi livelli.
Poteva accogliere 416 uomini (raddoppiabili con sistemazione paglia a terra) e disponeva di scorte per resistere ad un assedio di 3 mesi.
Questa fortezza non fu mai teatro di scontri e si è quindi conservata praticamente intatta: dalla fine dell'ottocento il Forte perse progressivamente la propria importanza bellica e fu destinato prima a carcere militare poi a deposito di munizioni.


Il Castello di Verrès
Costruito su un picco roccioso che domina il sottostante borgo, il castello è citato per la prima volta nel 1287 come proprietà dei signori De Verretio. Un’iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a porre mano ai lavori che fecero assumere all’edificio l’aspetto attuale. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all’impiego delle spingarde e dei cannoni fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l’ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell’antiporta con il ponte levatoio e l’apertura di feritoie.
Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello. Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell’edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti.
La regolarità geometrica della struttura e l’essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell’edificio e denotano altresì l’eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.
Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina. Il salone orientale probabilmente in origine adibito a magazzino per l’artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d’armi sita a occidente, voltata a sesto acuto, con due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso di un restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.
I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani.
La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale. Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l’unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino situato sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.
Il castello di Ussel
Si trova in cima ad un costone roccioso che domina il paese di Châtillon, in posizione tale da garantire il controllo dell'imbocco della Valtournenche e del fondovalle della Dora Baltea.
Il castello fu costruito ex novo da Ebalo II di Challant nel 1343: Il castello rappresenta una svolta nell'architettura militare valdostana: a forma di parallelepipedo, è il primo esempio di castello valdostano monoblocco. In particolare, a testimonianza di uno stile di vita meno spartano, si riscontrano mura perimetrali di spessore ridotto e un apparato decorativo non solo funzionale alla guerra ma anche alla vita castellana: alle feritoie si affiancano quindi finestre vere e proprie con sedili in pietra all'interno.
La sua forma trae forse ispirazione dagli edifici siriani, conosciuti durante le crociate: la sua pianta è rettangolare, con i lati più lunghi rivolti a sud verso il sentiero che conduce ad esso e a nord sul precipizio che domina Châtillon e la Dora Baltea.
La sua posizione a strapiombo sulla roccia lo rende inaccessibile su tre lati, sottolineandone la funzione difensiva.
Il tetto, alle cui falde si trovava il camminamento di ronda, permetteva il deflusso dell'acqua piovana attraverso i doccioni, con un sistema simile a quello presente nel castello di Fénis[3]. La copertura dell’edificio, andata distrutta, è oggi stata completamente ricostruita con una cupola in materiale trasparente, ed una scala permette di accedere al tetto ed al camminamento merlato.
dove dormire
HOTEL
LE VERGER
11024 - Châtillon
Via Tour de Grange, 53
Tel. +39 0166.62314
TAPPA 3
da Châtillon
a Etroublès
( km)
Prima tappa con salite lunghe ed impegnative.
Lasciata Châtillon, si raggiunge Aosta dopo 25 chilometri in leggero saliscendi.
Piacevole passeggiata per le vie del centro, con visita alla città che vanta un ricco ed interessante passato, prima di imboccare la strada che porta verso il Passo del Gran San Bernardo.
Subito le prime rampe che ci portano a quota 1000 metri dove troviamo il piccolo borgo di Gignod, dove d'estate non è raro trovare gli abitanti giocare alla pétanque (termine frances, una variante del gioco delle bocce, nata in Provenza).
Si riprende a salire, con alcuni tornanti che ci portano ai 1300 metri di Etroublès, punto d'arrivo di questa tappa: il caratteristico villaggio si trova proprio a metà strada tra Aosta e il Passo del Gran San Bernardo.
Siamo circondati dal suggestivo e tipico paesaggio di alta montagna, pronti per la giornata successiva, quando affronteremo il Passo.
Aosta
L'elegante capoluogo della regione autonoma della Valle d'Aosta, sorge a 583 metri d'altezza, a sinistra della Dora Baltea. Detta la "Roma delle Alpi", vanta un ricco passato del quale rimangono significative testimonianze.
I motivi d'interesse storico e artistico di Aosta, a parte i resti romani, sono raccolti su piazza Chanoux, intorno alla Cattedrale, vicina al luogo anticamente deputato a foro, e fuori le mura dove è la collegiata di Sant'Orso.
L'Arco di Augusto, al di là della collegiata, è coevo alla fondazione romana della città (25 a.C.): con un solo fornice affiancato da semicolonne corinzie, ha sotto l'arcata una copia del Crocifisso trecentesco esposto al Museo della Cattedrale.
Oltre il torrente Buthier rimane un ponte romano a un arco, che valicava un corso d'acqua probabilmente prosciugatosi in seguito. Il più cospicuo lascito dell'età medievale è il complesso di Sant'Orso, dominato dal campanile romanico (1131).
Sul fondo è la collegiata, d'antichissima origine (994-1025) ma più volte ricostruita, l'ultima nel XV secolo. Presenta in facciata un portale ogivale sormontato da alta cuspide e all'interno, gotico, volte a crociera, affreschi di fine ‘400 e frammenti di altri più antichi (XI secolo).
Nel presbiterio sono il coro intagliato alla fine del XV secolo e vetrate dei primi anni dello stesso. A destra della chiesa si apre il chiostro romanico.
Sulla piazza di Sant'Orso si trovano anche il Palazzo del Priorato (1494-1506) e San Lorenzo, dove un passaggio immette ai resti di un edificio paleocristiano (V secolo).
Proseguendo oltre Sant'Orso s'incontra la Porta Pretoriana (I secolo a.C), appartenuta alla cinta muraria, è formata da una doppia cortina aperta da tre fornici; lo spazio tra le cortine fungeva da piazza d'armi. A sinistra della porta s'innalza la Torre dei signori di Quart. Il Parco Archeologico di Aosta si sviluppa subito dopo la Porta Pretoriana, a sinistra: comprende resti del teatro romano (un tratto della facciata a più ordini, la parte inferiore della cavea e della scena) e le poche tracce dell'anfiteatro romano, visibili nel cortile del Convento di Santa Caterina (XIII secolo).
Sul retro del Municipio si visita ciò che rimane delle terme romane: vani absidati, alcune parti del calidarium e del tepidarium.
Sul sito del foro romano (resti nel recinto a fianco della Cattedrale e possibilità di scendere nel criptoportico) si stende la Piazza della Cattedrale, che ospita l'edificio religioso che le da il nome.
Dell'originaria struttura romanica (XI-XII secolo), mentre il chiostro è del 1460.



Étroubles
Étroubles si trova a metà della strada che da Aosta conduce al Colle del Gran San Bernardo, a 16 km dal capoluogo regionale e dal confine svizzero, mentre il traforo del Gran San Bernardo dista invece solo 5 km dal paese.
In epoca romana aveva il nome di Restapolis ed era il centro principale della sua valle, probabilmente vi era l'accampamento invernale della guarnigione del valico lungo l'anticavia delle Gallie, in seguito è stato il capoluogo della Valle del Gran San Bernardo.
In epoca medievale Étroubles si trovò ad essere uno dei paesi lungo la Via Francigena: Napoleone Bonaparte nella sua discesa in Italia sostò a Etroubles il 20 maggio del 1800, diretto a Marengo dove si sarebbe svolta l'omonima battaglia. Lo accompagnava, e in parte lo aveva preceduto, un esercito composto da trentacinquemila tra fanti e artiglieri e cinquemila cavalieri. Napoleone sostò presso l'ospizio del Colle del Gran San Bernardo, dove si trattenne brevemente con i religiosi, prima di affrontare la discesa verso Étroubles, dove dormì nella casa dell'abate Léonard Veysendaz.
L'arrivo del generale fu preceduto da una battaglia sulle pendici del Crêtes il 15 maggio 1800, dove i Croati del generale Victor Rohan avevano posto un cannone di guardia, come attestato dal ritrovamento, nel giugno 1914 di scheletri con il cranio perforato: il luogo del ritrovamento è nei pressi della cappella del nuovo cimitero.
La chiesa parrocchiale (1815) si trova sul promontorio de La Tour su cui un tempo sorgeva l'antica torre di Étroubles, andata distrutta: le pietre della torre, appartenuta alla famiglia "de La Tour" estintasi a metà del Quattrocento, vennero usate per edificare la chiesa stessa.
Nel capoluogo resta il campanile romanico edificato nel 1400 di una chiesa oggi scomparsa.
Dal borgo, salendo per Vachéry si incontra la prima latteria turnaria della Valle d'Aosta, risalente al 1853.
A Eternod si conserva l'ultimo degli antichi forni usati un tempo per la tradizionale cottura del pane nero. In occasioni speciali viene utilizzato ancora dagli abitati del borgo.
Nel 1317 venne costruito ad Etroubles un ospizio, che nel XIX secolo era ancora funzionante.
Dal 2005 il Borgo di Etroubles, ospita un museo a "cielo aperto" con opere di artisti di fama internazionale, in collaborazione con la Fondation Pierre Gianadda di Martigny (Svizzera): il percorso storico artistico si ispira al tema del viaggio, che ha visto il borgo situato sulla via Francigena, protagonista del transito di migliaia di pellegrini e di migranti.


dove dormire
B & B
MAISON D'ULYSSE
11014 - Étroubles
P.zza Emile Chanoux, 1
Tel. +39 0165 78269
Tel. +39 328 4265035
TAPPA 4
da Étroubles
a Martigny
(64 km)
La prima parte della giornata è caratterizzata dalla salita che porta al Colle del Gran San bernardo, passando dai 1300 metri di Étroubles ai 2.473 metri del Passo.
La strada sale in uno scenario spettacolare, dove anche d'estate è facile trovare qualche lingua di neve accumulatasi durante l'inverno.
Superato l'ospizio fondato dallo stesso San Bernardo e, oltrepassata la frontiera, si affronta la lunga discesa in territorio svizzero, discendendo di oltre 2000 metri.
Sulle rive del Rodano, in una cornice di rilevi coperti di alberi da frutto e vigneti, raggiungiamo il caratteristico abitato di martigny.
Colle del Gran San Bernardo
In un luogo spazzato frequentemente dal vento e dalle tempeste si eleva il colle del Gran San Bernardo (2472 m) che unisce Svizzera e Italia. La strada del colle, impraticabile per otto mesi all'anno per via delle imponenti nevicate, è ancora oggi preferita da molti come tramite tra i due versanti delle Alpi. I Romani, che gli diedero il nome di Mons Jovis, ne fecero il principale punto di attraversamento delle Alpi lungo l'asse Nord-Sud, e vi costruirono un tempio dove viaggiatori e soldati offrivano sacrifici per attirarsi il favore degli dei.
Con la decadenza dell'Impero Romano erano venute meno le condizioni per un uso sicuro del colle: fu allora che Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta, vi costruì verso il 1050 l'Ospizio e assegnò a dei monaci dell'ordine di Sant'Agostino il compito di dedicarsi, rischiando la propria vita, all'assistenza dei viandanti.
Successivamente, il modesto riparo costruito da San Bernardo venne ampliato e altre costruzioni furono via via aggiunte: l'obitorio nel 1476, l'ostello San Luigi nel 1786, e finalmente la Casa Nuova nel 1899.
Parlare del Gran San Bernardo fa venire immediatamente alla mente il cane, simbolo di dedizione e affetto, fedele compagno dei monaci: cane da pista, sapeva ritrovare una traccia anche sotto una spessa coltre di neve o nella nebbia, cane da valanga, era addestrato a cercare i viandanti smarriti o sepolti dalla neve.
Oggi il soccorso in elicottero si avvale di cani più leggeri, ma a ricordo di tutti i servizi che questa razza ha resi, l'Ospizio provvede a perpetuarla.
Grazie a una selezione sempre più severa e alle continue cure, l'allevamento gode di un largo riconoscimento: i cani svernano a Martigny e con la bella stagione salgono al colle, dove sono oggetto di divertimento per i numerosi turisti.



Martigny
Martigny, circondata da vigneti e da alberi da frutto, è rinomata per la sua gastronomia, che viene celebrata nei numerosi alberghi e ristoranti di qualità eccellente: sotto il caldo sole del Vallese maturano fragole, albicocche, uva, asparagi etc.
Già nel passato, le prelibatezze culinarie del posto avevano affascinato personaggi come Rousseau, Goethe, Stendhal o Liszt.
La città vanta due millenni di storia: di origine celtica, i Romani e le truppe di Napoleone hanno lasciato qui le loro tracce. Oggi a Martigny si può ammirare un anfiteatro restaurato, ma anche le terme romane, templi e quartieri residenziali antichi.
Successivamente, Martigny è diventata la prima sede episcopale della Svizzera ed oggi affascina i visitatori con gli storici quartieri di La Bâtiaz e Vieux-Bourg, ricchi di edifici storici, sacri e profani.
La Fondazione Pierre Gianadda è il polo d’attrazione culturale più importante del luogo e, oltre al Museo gallico-romano, ospita anche un Museo dell’Automobile e in particolare due mostre di prestigio all’anno di artisti di fama mondiale: la costruzione è stata ricavata attorno agli antichi resti di un tempio gallico-romano.
dove dormire
Hotel
DES SPORTS
1920 - Martigny
Rue du Forum 15
Tel. +41 27 722 20 78
+41 79 210 81 64

TAPPA 5
da Martigny
a Cully (Losanna)
(67 km)
Bellissima tappa in un contesto davvero spettacolare, con pittoreschi borghi, vigneti, castelli medioevali e ville ottocentesche.
Lasciata Martigny, si segue il corso del Rodano passando da Evionnaz, Saint Maurice (con bella piazza del municipio con attigua l'Abbazia di San Maurizio) e Aigle, prima di raggiungere Villeneuve e il lago di Losanna (Lac Léman).
Si pedala sulla ciclabile che costeggia il lago incrociando il suggestivo castello di Chillon (si erge su una piccola isola a pochissima distanza dalla riva) e poi Montreaux, una delle più belle città che si affacciano sul lago, dove si respira l'atmosfera di grande serenità e la sua storia legata alla musica.
Si continua restando sul lungolago oltrepassando Clarens, Vevey, Pully per giungere a Cully, pochi chilomteri prima di Losanna
Montreaux
Il bel viale alberato lungo il lago Lemano è in genere il principale punto d'incontro dei turisti a Montreux.
Qui si possono ammirare i luoghi ed i monumenti più emblematici: uno splendido panorama del lago, le Alpi che lo circondano nella sua parte più estrema, castelli medievali e ville signorili.
La Promenade si estende da Vevey a Villeneuve: lungo il sentiero ci sono panchine per i momenti di riposo, piccole spiaggette, bar, caffetterie, hotel in stile Belle Epoque.
Riverso tra la collina, alle spalle della Promenade del lungolago, è situato il centro storico, la Vieille Ville. In contrasto con la vita glamour del lungolago, la città vecchia, rimane piccola e sonnolenta, ma pur sempre affascinante: la si raggiunge da Rue du Marche, attraversando una strada acciottolata.
Il nome della strada cambia in Quartier des Tilleuls, Rue du Pont e, infine, Rue du Temple, ma essenzialmente è la stessa strada, che conduce sulla collina fino al campanile della vecchia chiesa: da qui si può godere di una splendida vista panoramica su Montreux e sul lago.
Se non si conosce la storia di Montreux potrebbe risultare sicuramente una sorpresa trovare una statua a grandezza naturale del leader dei Queen sulle sponde del lago Lemano: Freddy Mercury ha legato il suo nome alla cittadina della riviera svizzera sin dal 1978, da quando il suo gruppo decise di acquistare lo studio di registrazione della Montains Studios, dopo aver partecipato al famoso Festival del Jazz.
Nel 1991 passò gli ultimi mesi della sua vita nella Lake House, poco fuori dal centro, lungo le sponde del lago. Nel 1996 la città ha eretto in suo onore la statua del lungolago.




dove dormire
Hotel
AU MAJOR DAVEL
1096 - Cully
Place d'Armes 8
Tel. +41 21 799 94 94
TAPPA 6
da Cully (Losanna)
a Sainte Croix
(67 km)
Solo pochi chilometri per entrare in Losanna, capitale del Cantone Vaud: una rapida visita alla città prima di riprende la strada che porterà ad attraversare piccoli villaggi (Etagnières, Assens, Echallens, Chavornay.
Da qui arriviamo ad Orbe, posta su un rilievo morenico, famosa per il sito archeologico della grande villa romana del II secolo con importanti mosaici.
Si raggiunge Vuiteboeuf da dove la strada sale con diversi tornanti per poter aggirare il Mont de Baulmes e arrivare all'ultimo paese svizzero prima della frontier: Sainte Croix.
Losanna
Importante centro di attività commerciali e bancarie, Losanna mantiene un aspetto esclusivamente turistico: è la quinta città più grande della Svizzera.
La città di Losanna è situata sulla riva nord del lago di Ginevra: la sua posizione geografica è molto pittoresca.
La città offre numerose opportunità di attrazione.
Ripidi pendii che arrivano direttamente alle sponde del lago, ampie vedute panoramiche delle alpi francesi, il lago, i meravigliosi e sempre verdi parchi e giardini.
Losanna è anche la sede del Comitato Olimpico Internazionale.
In mezzo ad uno splendido parco, di fronte al lago, il Museo Olimpico richiama turisti da tutto il mondo.
Un'altra zona di notevole importanza di Losanna è Ouchy: situata direttamente sulle sponde del lago, con il suo romantico ambiente, offre a tutti i visitatori ore di divertimento continuo.
Dominata dalla cattedrale stile gotico (Notre Dame) del tredicesimo secolo, Losanna accoglie i suoi turisti con la sua affascinante città vecchia (la Cité, zona pedonale medievale della città vecchia), con i suoi meravigliosi negozi, i numerosi musei e gallerie d'arte, i ristoranti, i bar.



Sainte Croix
Si trova su un altopiano soleggiato e riparate a 1100 metri di altitudine, nel cuore della vasta distesa del Giura Vodese: l’estate accoglie gli escursionisti e i ciclisti nel cuore della natura degli alpeggi, mentre la regione si trasforma in un paradiso per gli appassionati di sci nordico in inverno.
Il sito è famoso in tutto il mondo per i suoi carillon e automi musicali.
Nel 1796 l’orologiaio ginevrino Antoine Favre inventò il carillon. A partire dal 1811 e fino alla fine del XIX secolo, Sainte-Croix diventa gradualmente il centro mondiale della fabbricazione di carillon ed automi musicali.
Qui, la realizzazione di questi piccoli capolavori si è sviluppata fino a raggiungere la perfezione. Oggi due musei espongono carillon simili ad opere d’arte in una collezione assolutamente unica: il Museo dei Carillon e degli Automi CIMA a Sainte-Croix e il museo del vicino centro di L’Auberson.


dove dormire
Ostello
DELLA GIOVENTU'
1450- Sainte Croix
rue Centrale 18
Tel. 0041 244 54 18 10
TAPPA 7
da Sainte Croix
a Besançon
(83 km)
Lasciamo la Svizzera per fare il nostro ingresso in Francia, con una prima parte del percorso in disesa, immersi in una natura rigogliosa: la strada si sviluppa in mezzo ai boschi dove non è raro incontrare scoiattoli e cervi.
Un sosta a Pontarlier, dominata dal suo alto e possente campanile della chiesa di San Benigno, prima di affrontare il sentiero spettacolare che taglia a metà la roccia nella Gola di Noailles: difficile pedalare in mezzo al bosco, tra rami intricati e rocce, lungo una scarpata profonda.
Si ritorna sulla strada asfaltata per arrivare prima ad Etalans e, dopo altri 30 chilometri in mezzo ai boschi, Besançon e il suo bel centro storico, ricca di monumenti.
Besançon
La città porta i segni di un passato glorioso e mostra al tempo stesso la vivacità di un centro in continua crescita, proiettato verso il futuro. In passato è stato un oppidum fortificato tra i più importanti della Gallia, nel lontano periodo della conquista di Giulio Cesare, l'insediamento portava in origine il nome di Vesontio ed apparteneva al popolo celtico dei Sequani.
Fu la sua posizione strategica a valerle la nomina a capitale della provincia Maxima Sequanorum sotto il regno di Diocleziano.
In posizione dominante sulla città troneggia la cittadella fortificata ideata da Sebastien Vauban, racchiusa in una cintura di pietre antiche e ricca al suo interno di alcuni scorci e monumenti interessanti: nel cuore della cittadella si estende infatti l'area verde del bioparco, uno dei tanti polmoni cittadini, ideale per le passeggiate all'aria aperta.
La cittadella, le mura della città e il Forte Griffon sono stati aggiunti alla lista dei Siti Mondiali dell'UNESCO nel 2008.
Il monumento più noto della città è la Cattedrale di St. Jean, in gran parte costituita dalle parti originali del XII secolo e custode del capolavoro pittorico di Fra Bartolomeo, artista del rinascimento italiano, raffigurante una splendida Vergine con i santi. Altre attrattive sono il palazzo Granvelle, del XVI secolo, fatto costruire dal Cardinale Granvelle sotto l'impero di Carlo V, e moltissimi resti di origine romana come la Porte Noir, un imponente arco di trionfo nella piazza Castan.
Dalla strada principale, la Gran Rue, si scorre verso nord sino a una incantevole piazzetta, su cui si affacciano le dimore natali dei fratelli Lumière, celebri inventori del cinematografo, e degli scrittori Victor Hugo e Charles Nodier.



dove dormire
Ostello
FOYER DE JEUNES
TRAVAILLEURS LES OISEAUX
37700 - La Ville-aux-Dames
Rue du Cras 48
Tel. 0033 381 40 32 02
TAPPA 8
da Besançon
a ...
(56 km)
Lasciamo la Loira nel suo viaggio verso l'oceano per dirigerci verso nord, tornando in un ambiente collinare con leggero saliscendi fino ad incrociare Le Loir, un affluente della Loira.
Qui incontriamo la città di Vendôme una piccola città di 30.000 abitanti che ospita un gran numero di luoghi d'interesse.
Proprio per la sua posizione geografica, nel dipartimento francese di Loiret-Cher, nei secoli scorsi la Storia ha lasciato tracce indelebili.
Seguiremo il percorso medievale che univa Parigi al Cammino di Santiago, incrociando i Pellegrini che ancora oggi su queste strade si recano in Spagna.
Vendôme, città d'arte e storia
Il nome Vendôme deriva dal termine galloromano Vendocinum, traducibile con il concetto di “montagna bianca”, in riferimento alla falesia che domina il territorio nel quale sorge la cittadina.
È ovviamente la Loira ed i suoi rami (il paese sorge sul fiume Loir, un “braccio” della più famosa Loira) ad avere favorito fin dall'antichità l'insediamento umano nella regione, ma è solo a partire dal VI secolo d.C. che si hanno informazioni certe sull'esistenza di Vendome.
Ancora oggi, sono visibili edifici costruiti in epoca medievale, segno evidente di una grande importanza strategica della località, ma è soprattutto nel periodo delle Guerre di Religione, nel XVI secolo, che Vendôme si trova nel mezzo delle contese tra le diverse fazioni. La seconda metà del XX secolo ha visto il paese rinascere dopo le distruzione causata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ed oggi si presenta come un'interessante meta turistica visitata ogni anno da migliaia di visitatori.
L'edificio più famoso è senza dubbio l'Abbazia della Trinità (Ancienne abbaye de la Trinité), con il suo campanile romanico alto ottanta metri, una facciata gotica ed una cappella che ospita una delle più antiche vetrate di tutta la Francia, risalente all'anno 1140. Qui viene custodita una reliquia particolarmente preziosa: la lacrima versata da Cristo sulla tomba di Lazzaro.
Il complesso comprende inoltre l'edificio del chiostro, che ospita un museo dedicato alla storia locale: anticamente l'abbazia ospitava oltre cento monaci ed a causa dei suoi legami diretti con Roma mantenne la propria indipendenza fino alla Rivoluzione Francese.



L'ingresso alla città avviene ancora oggi dalla splendida Porta di St.George, che sorge sulla riva del fiume Loir ed è fiancheggiata da due torri.
La struttura risale al XIV secolo, ma le sue decorazioni ed il ponte sono di epoca rinascimentale, dovuti alla volontà di Maria di Lussemburgo, duchessa di Vendôme agli inizi del XVI secolo.
L'altra porta cittadina è quella conosciuta con il nome di “Porte d'eau”, costruita sul corso del fiume, che servì durante il Medioevo per regolare la distribuzione d'acqua ai mulini della città.
Nella bella Place San Martin si trova la statua del maresciallo Rochambeau, che comandò le truppe francesi a fianco dei soldati americani nella loro lotta per l'indipendenza nel 1781, accompagnato dal marchese di Lafayette, ma sulla piazza si erge soprattutto la Tour SaintMartin, campanile dell'omonima chiesa: ricostruito nel XIX secolo, ospita un carrillon cinquecentesco.
In paese sono visibili anche le vestigia di un castello, utilizzato tra l'XI ed il XVII secolo e dell'adiacente collegiale di St.Georges, testimoni del potere della famiglia Bourbon Vendôme che salì al trono di Francia con Enrico V, ma anche la struttura dell'antica Tour de l'Islette, torre di difesa che sorgeva lungo le mura, accanto alla quale si trova oggi il Jardin Public sulle rive del fiume.
Non finiscono tuttavia qui le meraviglie di Vendôme: si possono infatti visitare anche il seicentesco Hôtel de Ville (il municipio), l'antico Couvent des Cordeliers risalente al XIII secolo o lo splendido Hôtel du Saillant, residenza quattrocentesca dove si trova oggi l'Ufficio Turistico.
Tutti i turisti che giungono in paese attratti dalla bellezza degli edifici che costituiscono il patrimonio storico di Vendôme, rimangono colpiti anche dalla tranquillità di un luogo che ha saputo conservarsi ed evitare il turismo di massa: nei mesi estivi, è inltre possibile rilassarsi con le gite in barca lungo il fiume Loir.

dove dormire
Camping
AU COEUR DE VENDOME
41100 - Vendôme
(in centro)
Tel. 02 54 77 00 27
TAPPA 9
da Vendôme
a Chartres
(86 km)
Si continua a pedalare verso nord, risalendo il corso del Le Loir che attraverseremo più volte.
Il paesaggio si tinge di verde per i numerosi boschi che si alternano ai campi coltivati nel cuore della regione francese del Centro, nel dipartimento di Eure-et-Loire.
Qui sorge l’elegante e fascinosa città di Chartres, riconoscibile già da lontano per l’imponente cattedrale che si staglia al di sopra dei campi di grano.
Collocata in una zona popolata sin dalla preistoria, Chartres è ricca di monumenti megalitici e siti archeologici che ne attestano l’antichità, e la regione a cui appartiene corrispondeva un tempo al territorio abitato dai Carnuti, che usavano chiamare la città “Autricum”.
Chartres: la storia
Oggi Chartres è uno scrigno traboccante di tesori, un agglomerato sorprendente di attrazioni uniche: prima fra tutte la celeberrima Cattedrale gotica di Notre Dame (NotreDame de Chartres), degna rappresentante del migliore gotico francese. Edificata a partire dall’anno 1145 per volere del vescovo Fulberto, la costruzione era stata originariamente concepita in stile romanico ma in seguito, dopo un rovinoso incendio, si riprese con la realizzazione delle bellissime navate, in impeccabile stile gotico. Nel 1513 venne aggiunta alla torre nord la splendida guglia traforata detta Clocheur Neuf.
Particolarmente importante è poi la facciata occidentale, conosciuta come Portale Reale, su cui spicca un rosone del XIII secolo oltre ad alcune statue del XII secolo. Stupende sono le ben 176 vetrate che con bagliori ed iridescenze magiche incantano gli spettatori, raccontando i fatti della Bibbia e le vite dei santi; da vedere è poi il recinto del coro, capolavoro de XVI secolo realizzato da Jean de Texier, decorato con 200 sculture che ripercorrono la vita della Vergine.
Gli altri tesori di Chartres sono disseminati lungo il dedalo di viuzze strette e tortuose che le regalano quell’aria medievale indimenticabile. La parte più antica ospita, oltre a varie chiese sia romaniche che gotiche, le tipiche case in muratura e legno coma la Maison du Saumon (Casa del Salmone) in Place de la Poisonnerie: si tratta di una struttura del XVI secolo, decorata con splendide sculture lignee. Altri edifici in legno si trovano in Rue des Ecuyers, mentre in Rue Chantault, al numero 29, si trova un’anziana signora molto speciale: si tratta della più vecchia casa della città, risalente al XII secolo.
I “tertres”, caratteristiche strade a gradini, conducono verso la zona più bassa di Chartres, dove un percorso pedonale incantevole serpeggia lungo le sponde del fiume Eure e regala la vista pittoresca di vecchi mulini ad acqua, ponticelli di legno, e una visuale unica della parte alta della città.



Oltre alla Cattedrale, le altre chiese di notevole interesse e pregio artistico sono l’abbazia di St Pierre e quella di SaintAignan, quest’ultima in una splendida posizione in prossimità del fiume.
Spostandoci in epoca più moderna ricordiamo la bizzarra Maison Picassiette, del XX secolo, simpatico edificio in stile naif. Chi volesse avere un’idea più completa della storia locale, delle inclinazioni artistiche e delle usanze del luogo non ha che l’imbarazzo della scelta tra i vari musei che Chartres offre: il centro Internazionale del Vetro è un museo ma anche un laboratorio e un centro culturale, dedicato all’arte del vetro colorato con una sezione speciale sulle vetrate della bellissima Notre Dame.
Il Museo delle Belle Arti espone una ricca raccolta di opere antiche e moderne, oltre ad una collezione di clavicembali del XVII e XVIII secolo e una sezione di oggetti provenienti dalle isole del Pacifico. Altri musei da visitare sono il Museo Archeologico, il Museo delle Scienze Naturali e della Preistoria, e il Conservatoire de l’Agriculture, primo museo della Francia ad essere interamente dedicato all’agricoltura.
dove dormire
Camping Municipale
DES BORS DE L'EURE
28000 - Chartres
(in centro)
Tel. 02 37 28 79 43
TAPPA 10
da Chartres
Versailles
(74 km)
Un altra tappa lunga, con continui saliscendi sulle colline che ci separano da Parigi.
La fatica sarà compensata dalla bellezza paesaggistica e dalla atmosfera bucolica.
Nell'ultima parte della giornata attraverseremo il Parco Naturale Regionale dell'Alta Valle di Chevreuse, ricco di sentieri, foreste, stagni e fiumi.
La tappa termina a Versailles, con i suoi vastissimi giardini e l’immenso palazzo Reale tra i più sontousi e celebri al mondo, considerata l’espressione della gloria del Re Sole.
La Reggia: i giardini, le fontane e il Castello
L’antico padiglione di caccia di Luigi XIII fu ingrandito e trasformato da suo figlio, Luigi XIV, nella sede della Corte e del Governo di Francia.
I lavori cominciarono nel 1668 e ne risultò il più grande palazzo europeo, in grado di ospitare 20.000 persone.
E’ stato abitato dai reali fino al 1789, quando Luigi XVI e Maria Antonietta furono costretti a tornare a Parigi dalla Rivoluzione. I saloni riccamente decorati, ancora ammobiliati con i mobili dell’epoca (alcuni in argento), vi lasceranno senza fiato.
Anche i giardini furono ridisegnati dall’architetto paesaggista Le Nôtre, che creò giardini in stile classico, con viali, aiuole, specchi d’acqua e giochi di fontane.
Al primo piano della Reggia di Versailles sono visitabili i Grandi Appartamenti del Re e della Regina, intorno alla Court de Marbre (il cortile centrale dal pavimento in marmo); verso il giardino si affacciano le sale in cui si svolgeva la vita ufficiale di corte, tra cui la sfarzosa e bellissima Sala degli Specchi, in cui 17 grandi specchi si contrappongono ad altrettante grandi finestre ad arco, delle stesse dimensioni.
Partendo dal Salone d’Ercole, ogni sala è dedicata ad una divinità dell’Olimpo: per esempio, il Salone d’Apollo era la sala del trono di Re Luigi XIV; una sua statua, incorniciata da ricche decorazioni in marmo, è visibile nel Salone di Venere.
Al pianterreno, vi sono gli Appartamenti del Delfino, il Principe ereditario, e gli appartamenti delle Signore, figlie di Luigi XV (questi ultimi non sempre aperti al pubblico, soprattutto in bassa stagione).
Gli appartamenti del Delfino sono ancora ammobiliati, con la biblioteca e il salone in cui studiava dove si trova il bellissimo e dettagliato mappamondo.
L’ala sud ospitava gli appartamenti della nobiltà, che furono poi sostituiti da Luigi Filippo con la Galleria della Storia di Francia.
L’ala nord ospita l’Opéra e la Cappella Reale, in stile barocco: il primo piano della Cappella era riservato alla famiglia reale, mentre il pian terreno alla corte.



I Giardini di Versailles, enormi e rigogliosi soprattutto nella bella stagione, sono in stile classico, in forme geometriche, con aiuole, viali e stradine, siepi e boschetti, fontane, ampie vasche e laghetti. In alta stagione, quando tutte le fontane sono funzionanti, potrete assistere allo spettacolo dei giochi d’acqua e delle fontane musicali.
Oltre alle varie fontane e ai giardini in stili diversi, troverete anche un bel colonnato circolare in marmo, del 1685, e l’Orangerie, per far svernare le piante esotiche. Attraversando il giardino a piedi (2025 min), col trenino, o affittando mini autovetture elettriche, giungerete al Grand Trianon, edificio in marmo rosa del 1887, fatto costruire dal Re per sfuggire ai doveri di corte e intrattenersi con la sua amante Mme de Maintenon, e, poco lontano, il Petit Trianon (1762) che divenne il luogo preferito di Maria Antonietta.
Attigue al suo palazzotto, vi sono le Proprietà di Maria Antonietta, un luogo incantato, un paese a sé quasi fiabesco, in cui sono riprodotte (e ai tempi erano anche abitate) una fattoria con le vigne di Merlot di Maria Antonietta, una Latteria, una Piccionaia, una casa del Biliardo, un Mulino, una sorta di Faro, e poi un aranceto, una grotta, un tempietto dell’amore…

dove dormire
Camping
HUTTOPIA VERSAILLES
78000 - Versailles
(a 3 km dalla Reggia)
Tel. 01 39 51 23 61
TAPPA 11
da Versailles
a Parigi
(15 km)
Ultima e breve tappa che congiunge la Reggia i Versailles alla capitale transalpina.
Dopo pochi chilometri comincia l'ingresso alla città, annunciato dal corso della Senna che oltrepasseremo: un lungo susseguirsi di piccole vie e grandi boulevard che ci porteranno nel cuore della capitale, fino agli Champs Élysées che puntano dritto in direzione della celeberrima Tour Eiffel.
Parigi: una città per sognare...
Difficile descrivere a parole l’incanto che si vive passeggiando lungo gli ampi viali di Parigi, città in grado di conquistare fin dal primo sguardo.
La capitale francese è magnifica in tutte le stagioni e in qualsiasi momento della giornata, dal mattino, quando gli abitanti si mettono in coda davanti alle “boulangerie” per acquistare la baguette, a notte fonda, animata dalla miriade di locali del centro.
A dispetto degli stereotipi più diffusi, città per innamorati e intellettuali che passano la giornata a dissertare del più e del meno nei caffè, Parigi è una metropoli dalle tante sfaccettature, in cui conoscere persone di ogni genere e vedere attrattive molto diverse tra loro.


