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TAPPE

"Le persone

non fanno i viaggi,

sono i viaggi

che fanno le persone..."

1 Cernusco s/N
TAPPA  1

da Milano

a Torino

(150 km)

 

Una lunghissima tappa che ci porta ad attraversare tutta Milano: si entra in città da Est, pedalando lungo il Naviglio della Martesana e, dopo aver raggiunto il cuore della città, si esce lungo un altro canale, il Naviglio Grande.

 

Si torna ad attraversare la campagna lombarda, raggiungendo prima Abbiategrasso e successivamente le città di  Vigevano e  Mortara.

Passiamo così dai campi di mais e frumento alle risaie, oltrepassando il Ticino ed entrando in Piemonte.

 

Si raggiunge l'antico percorso medievale (la Via Francigena) e successivamente il fiume Po nei pressi di Casale Monferrato.

Da qui si prosegue pedalando non distanti dalla suo argine, risalendo il suo corso sino alle porte di Torino. 

Vigevano: la storia

 

La parte più vecchia di Vigevano è datata al basso medioevo. Al tempo la città venne fortificata lungo uno dei lati della pianura del Ticino.

Il paese divenne una città indipendente, grazie alla sua posizione strategica e per questo divenne centro di conflitti frequenti tra Pavia e Milano.

 

Il 14 marzo 1530 la città venne eretta sede vescovile.La città divenne feudo di diverse famiglie: i Della Torre, i Visconti tra la fine del Duecento e la metà del Quattrocento e gli Sforza tra il 1450 e il 1535.

 

La bellissima Piazza Ducale si presenta a pianta rettangolare è circondata da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati e tutti differenti fra loro. Originariamente i portici si interrompevano ai piedi della Torre del Bramante, in corrispondenza dell'attuale scalone di accesso al castello: al posto di quest’ ultimo, una rampa, percorribile anche a cavallo, saliva dal centro della piazza fino al portone del castello, ingresso d'onore della reggia sforzesca.

 

Nel 1680 per opera del vescovo spagnolo Juan Caramunel Lobkovitz, la rampa fu abbattuta, il giro dei portici completato ed il quarto lato della piazza fu chiuso dalla facciata barocca del Duomo, concava e perpendicolare all' asse della Piazza in modo da mascherare l'eccentricità della chiesa.

Molto interessante la storia del Castello che ha il suo inizio nel 1341, quando Vigevano era governata da Luchino Visconti: nel luogo più alto e sicuro della città fece erigere il Maschio, che si presentava come una struttura a pianta quadrata e torri quadrate agli angoli.
L’ avvento al potere degli Sforza impresse nuovo impulso alla città di Vigevano, ed anche il castello conobbe una nuova fase di sviluppo: attorno al Maschio vennero costruiti nuovi edifici adibiti a scuderie dalla aspetto imponente e maestoso, mentre nella parte posteriore del maschio fu costruita una nuova ed elegante ala residenziale, detta “Loggia delle dame”, riservata alla sposa di Ludovico, Beatrice d’Este.

 

All’interno del cortile del Castello sorge la Torre del Bramante, edificata a più riprese, a partire dal 1198 sino alla fine del 17° sec. Gli interventi significativi furono: quando venne modificata dall’architetto di Urbino, Donato Bramante. Con la sua caratteristica sagoma, a corpi scalari, offre dalle sue merlature una completa panoramica sulla piazza, sulle vie che da qui si sviluppano, sul castello, e sull' intera città. Nelle giornate di cielo sereno la torre permette infine al visitatore di ammirare le sagome delle montagne che costituiscono l’arco alpino, tra cui è possibile scorgere nitidamente quella del Monte Rosa. 

 

Da non perdere la visita alla Cattedrale di Vigevano.

Il duca Francesco II Sforza volle dare a Vigevano, da soli due anni eretta a sede vescovile ed insignita del titolo di città da Papa Clemente VII, una degna cattedrale, dedicata all’antico patrono S. Ambrogio.

La facciata della chiesa è stata concepita e realizzata nel 1680 dal vescovo spagnolo Caramuel: è in stile barocco e con la sua forma ellittica completa il lato est della Piazza Ducale cingendola verso via Roma.

Sul fastigio spiccano le statue della Madonna, di due angeli, di S. Ambrogio, di S. Carlo e due obelischi.

I poderosi portoni sono in legno di larice (il sagrato è stato rinnovato nel 1934).

Il campanile della chiesa fu sopraelevato a più riprese su un’antica torre del Trecento; è caratterizzato da merlatura ghibellina, ha cinque campane più la campanella detta “dei canonici”.

 

Mortara: la storia

 

Oggi la città è un moderno centro agricolo: nelle campagne circostanti si coltiva prevalentemente riso e mais. Per l'allevamento, particolare rilevanza ha quello delle oche, la cui carne, utilizzata per il salame d'oca di Mortara I. G. P, per prosciutti e paté di fegato, realizzati da un consorzio che riunisce i salumai cittadini.

 

Da visitare il Duomo, in stile gotico lombardo, dedicato a San Lorenzo che si affaccia in piazza Monsignor Dughera e la cinquecentesca chiesa di Santa Croce, con l'annesso coevo Palazzo Lateranense.

Altre chiese da vedere: San Carlo Borromeo eretta nel 1633.

 

Poco distante dal centro si trova l'Abbazia di Sant'Albino: la storia dell'abbazia resta indissolubilmente legata alla battaglia combattuta nelle sue più immediate vicinanze nel 773 tra i Longobardi e l'esercito franco di Carlo Magno e si confonde con gli echi leggendari delle gesta dei due paladini franchi Amico e Amelio, scudieri di Carlo Magno, uccisi nel corso di quella battaglia.

Il monastero attiguo si ispirava alla regola del monastero di Tours, di cui Albino Alcuino era abate.

La chiesa ha un'unica navata e un solo altare ed è stata completamente restaurata alla fine del secolo scorso, dopo alcuni anni di totale abbandono.

Sulle pareti si notano incisioni di pellegrini riguardanti il loro passaggio e la data più antica ancora leggibile risale al 1100. Nei pressi del portale, due medaglioni ricordano i mitici paladini franchi Amico e Amelio.

Casale Monferrato

 

Dal punto di vista turistico offre una magnifica veduta sul Po, che in questo punto compie una sorta di balzo, e, con brevi rapide, sembra quasi un gigantesco torrente di montagna. Dal punto di vista artistico, la città è tutta da visitare: una città ricca d'arte, storia, tradizioni e cultura, come dimostrano le dimore nobiliari, i palazzi storici, i monumenti, le chiese e i celebri castelli disseminati sulle colline monferrine.

 

Il centro storico, in particolare, rappresenta la migliore testimonianza dell'illustre passato di Casale, con il Castello, la Torre civica dell'XI secolo, il Duomo, uno dei più grandiosi esempi di architettura romanico-gotica del Piemonte, i palazzi di via Mameli, con l'elegante esempio di barocco casalese riconoscibile nel palazzo Treville, la Sinagoga nel caratteristico ghetto ebraico.

 

Il territorio del Casalese è costituito da un'area pianeggiante, dove è prevalentemente coltivato il riso e da una splendida zona collinare, produttrice di vini pregiati e rinomati, sede di grandi aziende vitivinicole e di iniziative agrituristiche innovative.

Il paesaggio circostante è straordinario: poco distanti le colline lussureggianti di vigneti con il Monte Rosa da sfondo e, tutt'intorno, il mare a quadretti delle risaie allagate.

 

 

Torino: la storia

 

Torino è stata la prima capitale d'Italia e oggi vanta un'offerta turistica con oltre 40 siti culturali visitabili tra cui castelli, regge sabaude e musei.

 

Visitare il centro storico di Torino significa scoprire le bellissime piazze, i palazzi barocchi e percorrere le vie dello shopping; la città è famosa per i suoi 18 km di portici, costruiti dal Cinquecento e sotto i quali è possibile trovare di tutto, dalle botteghe d'antiquariato ai negozi con le grandi firme del Made in Italy oltre che i caffè storici della città.

Simbolo della città è la Mole Antonelliana, edificio nato per essere una sinagoga, che divenne il dono della città a Vittorio Emanuele II: al suo interno l'importante Museo Nazionale del Cinema e un ascensore che porta ad una balconata da dove ammirare Torino e le Alpi.

 

Il duomo di Torino si trova in una posizione centralissima, a pochi passi dall’area archeologica: noto sopratutto perché conserva gelosamente la Sacra Sindone, il telo di lino su cui è visibile un’immagine di un uomo che si pensa possa essere stato Gesù in persona. La Sindone, che nell’incendio del 1997 ha rischiato di carbonizzarsi, si trova distesa in una teca in atmosfera controllata nella navata sinistra della chiesa.

 

La scenografica piazza Castello rappresenta il cuore di Torino, il luogo in cui sorgono palazzo Madama e palazzo Reale, nonché il crocevia di alcune strade importanti della città tra cui la bellissima via Po che, con i suoi portici, tra un caffé storico

e una bancarella di libri usati, porta sino a piazza Vittorio Veneto che con i suoi quasi 40.000 metri quadri rappresenta una delle piazze più estese d’Italia.

 

Oltre al Museo delle Antichità Egizie di Torino (tra i più importanti al mondo fuori dall'Egitto, da quasi due secoli raccoglie reperti dell'antico Egitto), da non perdere il Museo di Arte Antica (in piazza Castello, una delle più belle piazze di Torino): quattro piani pieni di tesori dell'arte, da scoprire seguendo due percorsi diversi, che guidano i visitatori alla scoperta dell'arte nel corso del tempo.

 

La movida torinese, soprattutto nel periodo estivo, trova sfogo principalmente lungo la sponda occidentale del Po, i cosiddetti Murazzi.

Poco oltre incomincia il parco del Valentino,  un enorme spazio verde molto amato dai torinesi, negli ultimi anni fortemente riqualificato: al suo interno è ospitato un gradevole borgo medievale non originale: infatti  venne realizzato nel 1884 in occasione dell’Esposizione Generale Italiana.

dove dormire

B & B
LA TERRAZZA SUL PO

 

10153 - Torino

Lungopo Antonelli, 45
Tel.  +39.335.6359185
 

2 Torino
TAPPA  2

da Torino

a Giaglione

(62 km)

 

Lasciamo alle nostre spalle la vecchia capitale del Ducato di Savoia e dirigiamo le nostre biciclette ad ovest, verso le montagne ormai non più lontane.

Oltrepassiamo Rivoli, dominata dal suo Castello, per imboccare e risalire la valle Susa, attraversata dal tortuoso corso della Dora Riparia.

 

Proseguiamo su strade secondarie, raggiungendo il centro medievale di Avigliana e continuando a pedalare tenendo a destra il corso del fiume, sino a raggiungere Chiusa San Michele, dominata in alto dall'imponente Sacra San Michele, monumento simbolo del Piemonte e una delle più importanti architetture romaniche europee, centro di cultura monastica e mèta secolare di pellegrinaggio internazionale.

 

Si continua lungo l'antica via di Francia raggiungendo i borghi di San Giorio di Susa e Bussoleno, dove valicheremo la Doria Riparia per continuare lungo la sponda opposta sino a Susa.

Pochi chilometri ancora per raggiungere Giaglione.

Rivoli

 

Contraddistinta da una zona ricca di campi coltivati, boschi e zone residenziali alle pendici della morena, sorge il nucleo più antico di Rivoli: le sue origini romane sono testimoniate da significativi reperti lungo la Via ad Galliam verso Rosta, mentre l’abitato medioevale sorse sulle pendici della collina dominata dal Castello dell’XI sec. (oggi imponente edificio barocco progettato nel Settecento da Filippo Juvarra ma rimasto incompiuto);

Dopo il restauro dell’architetto Andrea Bruno, terminato nel 1984, questa Residenza Sabauda è divenuta sede del più importante museo italiano dedicato all’arte contemporanea, con una prestigiosa collezione permanente, eventi e mostre di richiamo internazionale.

 

Lungo le storiche vie selciate della città sono ancora molte le testimonianze del ricco passato: la Casa del Conte Verde, dimora di Amedeo VI di Savoia, gioiello trecentesco dalla facciata decorata con motivi antropomorfi e floreali in cotto; la seicentesca Chiesa di Santa Croce, con tracce di un’antica confraternita medioevale attiva come istituzione ospedaliera; Palazzo Piozzo Rosignano, eretto nel 1788 come residenza del Cancelliere del Gran Priorato dell’Ordine di Malta; la Torre della filanda, una delle testimonianze più importanti dell’architettura medioevale rivolese.

Avigliana

 

Il cuore medioevale della città è Piazza Conte Rosso, caratterizzata dall’antico pozzo, dagli edifici in cotto e porticati e dominata dall’alto dal Castello arduinico (X sec.): dote dellaComitissa Adelaide di Susa ai Savoia, divenne avamposto delle ambizioni della dinastia sul torinese e infine smantellato dai francesi nel 1690.

La Parrocchiale di San Giovanni (XIII sec.) conserva pregevoli opere come il cinquecentesco pulpito ligneo e le tele di Defendente Ferrari; nei pressi della chiesa è inoltre possibile osservare la Torre dell’orologio: nel 1330 vi fu collocato il primo orologio pubblico del Piemonte.

 

Tra gli edifici sacri di Avigliana si segnalano il seicentesco Santuario della Madonna dei Laghi, costruito sul luogo dove sorgeva un pilone votivo mèta di pellegrinaggio già dal XIV sec.; la Chiesa di San Pietro (XII sec.) con l’affascinante stratificazione di affreschi databili tra l’XI e il XV sec.; la Chiesa di Santa Maria Maggiore, di impianto romanico con modifiche in chiave gotica del XIV sec. Il cammino prosegue tra i vicoli medioevali del centro storico nei pressi del Palazzo del Beato Umberto, costruito in seguito a un lascito del 1347 e sede dell’antico Ospedale, in cui venivano ospitati i pellegrini che transitavano sulla Via Francigena.

Susa

 

La città, ricca di testimonianze romane e medioevali, sorse alla confluenza dei due assi stradali che conducevano da un lato ai colli più importanti verso la Francia, dall’altro verso Torino: la sua posizione strategica fece sì che sin dall’antichità diventasse un punto di riferimento per l’intera valle.

La storia millenaria di Susa si ripercorre attraverso importanti vestigia quali l’Arco di Augusto, l’arena romana, la cinta muraria, la Porta Savoia, gli scavi archeologici e il Castello, residenza della contessa Adelaide di Torino, moglie di Oddone di Savoia-Moriana.
La Cattedrale di San Giusto e l’imponente torre campanaria dalla slanciata cuspide ottagonale sono frutto di un complesso architettonico stratificato nel tempo, dal 1029 - anno di fondazione dell’abbazia benedettina - agli interventi gotici e neogotici tra il XIII e il XIX sec.

A poca distanza sorgeva il Priorato di Santa Maria Maggiore, la più antica chiesa battesimale della Valle di Susa, di cui rimane il campanile romanico; altra testimonianza del patrimonio religioso segusino sono inoltre la Chiesa e il Convento di San Francesco, fondato secondo tradizione dallo stesso Francesco d’Assisi in occasione del suo passaggio nel 1214.

Sulla sponda sinistra della Dora Riparia, infine, sorge la barocca Chiesa della Madonna della Pace, o Chiesa del Ponte, i cui locali attigui ospitano il Museo Diocesano di Arte Sacra con importanti collezioni: ilTesoro della Cattedrale di San Giusto, il Tesoro della Chiesa del Ponte, le Oreficerie, la Statuaria e i Tessili.

TAPPA  3

da Giaglione

a Modane

(80 km)

 

La tappa più impegnativa di tutto l'itinerario, contraddistinta dalla lunga salita verso il Colle del Moncenisio.

 

Si parte da Giaglione e si comincia subito a salire senza sosta, con alcuni strappetti al 15%.

Per il resto è una lunga progressione che ci porta verso il passo a 2100 metri di altitudine.

Poco prima del Colle, ma già in territorio francese, troviamo un bellissimo lago artificiale: una diga realizzata per fornire di energia elettrica entrambi i versanti.

Si scende tra ripidi tornanti entrando in Francia lungo la valle Moriana, attraversata dal fiume Arc.

 

In un paesaggio verdeggiante attraverseremo gli abitati di Lanslebourg-Mont-Cenis e Termignon (non lontani dal Parco nazionale della Vanoise) per raggiungere finalmente Modane.

3 Giaglione

dove dormire

B & B
LA VIA DEL SOLE

 

10050 - Giaglione

Frazione S. Giuseppe, 81
Tel.  +39 333 782 7092
     

Colle del Moncenisio

 

Dicono che ci sia passato Annibale con i suoi elefanti, lanciato nella sua spedizione contro Roma: di certo lo hanno attraversato per secoli migliaia di mercanti, pellegrini e turisti. Il Moncenisio è il più antico e frequentato valico delle Alpi, cerniera tra l’Italia, la Francia e l’Europa del Nord.

Un luogo di passaggio, certo, ma anche di forti suggestioni paesaggistiche, favorite da una natura forte e selvaggia, che unisce l’aspetto severo delle montagne ai mutevoli riflessi delle acque di uno stupendo lago alpino: anche noi oggi, moderni viandanti, ripercorriamo queste strade ricche di storia, e lo facciamo da entrambi i versanti (quello francese e quello italiano, ben più impegnativo).

 

Si parte dal soleggiato comune di Giaglione inoltrandosi in Val Cenischia: la salita è lunga, estenuante e richiede un attento dosaggio delle forze.

La bassa quota di partenza e le correnti termiche sovente creano una forte cappa di umidità e di nuvole basse in piena estate, il che rende ancora più difficile la scalata.La strada è larga, ben curata, e le pendenze sono molto regolari: pochi però i tratti in cui si può respirare, il primo fin corrispondenza del piccolo borgo di Molaretto. Successivamente la pendenza ritorna a farsi sentire per i successivi 7 chilometri, dove si attesterà sempre attorno al 7-8% con punte anche superiori nei pressi di Bar Cenisio (km 10 mt1485): da segnalare, poco oltre Molaretto, un bivio sulla destra che porta al minuscolo borgo di Ferrera Moncenisio, uno dei più piccoli comuni italiani, dal quale si può poi raggiungere la famosissima abbazia benedettina di Novalesa.

Al km. 13 (mt. 1720) un falsopiano di circa un chilometro ci consente di recuperare le forze prima dello sforzo finale: siamo proprio al posto di confine italo-francese e affianchiamo sulla sinistra una curiosa galleria paravalanghe che in realtà rappresenta i resti della ferrovia a cremagliera, in funzione sino alla fine del secolo scorso.

 

Dobbiamo ora affrontare uno dei tratti più spettacolari e difficili della salita, ovvero le "scale del Moncenisio": si tratta di una ardita serie di tornanti sovrapposti ed affiancati da caratteristici ed enormi paracarri in sasso, che consentono di superare l'ultimo balzo che ci divide dalla diga, nei pressi della Grand-Croix, ove un tempo era situata la dogana italo-francese.

La strada aggira lo sbarramento della diga volgendo verso est per ricominciare poi a salire alta sopra il lago, con pendenze ora decisamente minori, offrendo splendide vedute che ricompensano ampiamente gli sforzi sin qui fatti.

Il punto di massimo scollinamento è situato a quota 2100 metri, prima della discesa che conduce al Plan des Fontainettes (km. 21,5), un'ampia radura con parcheggio e posti di ristoro: il colle geografico del Moncenisio è però ancora lontano e ci attendono ancora 4,5 chilometri ed alcuni saliscendi prima di giungere all'estremità settentrionale del lago, dove è posto un obelisco in marmo che segna appunto il punto di valico, appena prima di iniziare la discesa verso Lanslebourg.

 

La storia del bacino artificiale del Moncenisio è relativamente recente e risale infatti agli anni '60, quando fu crato lo sbarramento artificiale che innalzò di oltre 50 metri il livello delle acque sommergendo il vecchio ospizio che si trovava ai bordi del lago preesistente: numerose le fortificazioni militari nei dintorni, a testimonianza del recente passato bellico.

Comincia la ripida discesa che ci porta ai piedi del Parco nazionale della Vanoise, il primo parco nazionale creato in Francia (1963) e che rappresenta uno degli ultimi ecosistemi d'Europa in cui i grandi carnivori possono vivere.

 

Raggiunto il fiume L'Arc nei pressi di Lanslebourg-Mont Cenis, lo costeggiamo lungo la discesa per la valle Moriana fino a raggiungere Modane, comune della Savoia, collegata a Parigi dalla ferrovia.

A metà del XIX secolo venne scavata la galleria ferroviaria di Modane che attraversa il Moncenisio: qui si trova un monumento eretto per commemorare questa prima conquista delle Alpi (1857 – 1871).

Il monumento è oggi accompagnato da una locomotiva a vapore seguita da alcune carrozze che ospita una mostra permanente la quale racconta la storia della prima galleria scavata nelle Alpi. Modane oggi è nuovamente protagonista di un nuovo progetto: il tanto discusso collegamento ferroviario con la linea veloce con il collegamento tra Lione e Torino.

TAPPA  4

da Modane a

Châteauneuf

(75 km)

 

Si continua a discendere lungo la valle Moriana, sempre costeggiando il corso del fiume L'Arc.

 

Oltrepassiamo alcuni piccoli paesi della Savoia, e raggiungiamo dopo circa 30 chilometri il capoluogo Saint Jean de Maurienne.

Borgo caratteristico, famoso anche perché il Tour de France ogni anno parte, arriva o passa da qui: infatti questa  valle ha una grande tradizione per tutti gli appassionati di ciclismo.

 

Si continua a pedalare raggiungendo Aiguebelle, dominato su di una roccaforte dalle rovine del Castello di Charbonnières, residenza dei conti di Savoia che qui regnarono sino alla caduta per opera della Francia.

 

La tappa termina nei pressi di  Châteauneuf, nel punto di incontro tra i fiumi L'Arc e l'Isere.

 

 

 

4 Modane

dove dormire

Camping
LES COMBES

 

73500 - Modane

Route de Bardonnèche
Tel.  04 79 05 00 23
     

Saint-Jean-de-Maurienne e la Valle Moriana

 

Maurienne è la più meridionale delle grandi valli trasversali di Savoia; offre un facile passaggio tra la Francia e l'Italia. Al centro della Valle dell'Arc, si apre uno spazio di grandi dimensioni le cui pendici offrire la varietà di paesaggi alpini.

 

Qui si trova la città di Saint-Jean-de-Maurienne, capoluogo della Valle: nel secolo VI il Re di Borgogna lasciò l'autorità religiosa al vescovo di Torino.

Una donna, che la leggenda vuole che corrisponda alla figura di Santa Tecla, portò delle reliquie appartenenti a San Giovanni Battista: le tre dita della mano che battezzò Cristo.

Molti i segni del lontano passato: la Cattedrale è una delle più antiche strutture di Francia. 

Sotto il coro della cattedrale era stata costruita una cripta, riscoperto solo nel 1958 e oggi visitabile: molto interessante scoprire qui le prime forme del romanticismo. Il Palazzo Vescovile, che si trova di fronte alla Cattedrale, è dovuto essenzialmente agli abbellimenti del vescovo Martiniana nella seconda metà del XVIII secolo e oggi ospita l'ufficio turistico, un museo di archeologia e arte religiosa, il museo delle arti e tradizioni popolari, con una straordinaria collezione di costumi mauriennais (i più originali  delle Alpi francesi).

 

Molto tempo prima che l'industria moderna diede origine alle piccole imprese, in una vecchia officina, Joseph Opinel ha creato il famoso coltello che porta il suo nome e che ha conquistato il mondo (si può visitare il museo a lui dedicato).

Per la sua posizione, con le sue fiere, i mercati e le feste paesane, Saint-Jean-de-Maurienne è il passaggio obbligato tra la Francia e l'Italia, un autentico crocevia per tutti i principali passi alpini che si merita il titolo di Capitale Mondiale per tutti i ciclisti che amano pedalare sulle montagne!

 

TAPPA  5

da Châteauneuf a

Saint Genix sur Guiers

(77 km)

 

Lasciamo la Valle Moriana e proseguiamo lungo il fiume Isere e scoprire la Comba di Savoia, una valle francese della Savoia, asse di transito un tempo strategico ed oggi divenuto turistico ed economico: qui troviamo grandi appezzamenti coltivati a vite con vitigni molto apprezzati dagli intenditori enologici.

 

La Route des vins de la Combe de Savoie, come viene chiamata, è un invito alla degustazione di una ventina di vini pregiati.

Proseguiamo fino a Chambéry, belllissimo borgo che ha conservato un notevole centro storico dominato dal castello dei duchi di Savoia e dalla gotica Sainte-Chapelle.

 

Pedalando verso nord, raggiungiamo lo spettacolare scenario del lago del Bourget,  il più grande lago naturale di origine glaciale di Francia.

Da qui, aggirato il Mont du Chat, troviamo il Rodano, che costeggeremo sino ad arrivare a Saint Genix sur Guiers.

 

5 Saint Pierre d’Albigny

dove dormire

Camping
LAC DE CAROUGE

 

73250 - Saint Pierre d’Albigny

Tel. 04 79 28 58 16

Cell. 06 25 91 38 31
     

Chambéry: la storia

 

Capoluogo storico della Savoia, Chambéry è una straordinaria città d'arte con molte tradizioni e una grande passsato. Il centro storico, perfettamente restaurato, è un invito a visitare i suoi viali misteriosi con numerosi passaggi coperti, i palazzi signorili, le facciate con trompe-l'oeil, i deliziosi cortili interni e la celebre fontana degli Elefanti.

Nel suo centro i duchi di Savoia scelsero come residenza, a partire dal XI secolo, il Castello di Chambéry che domina tutto il centro storico: il più grande carillon d'Europa: con le sue 70 campane è davvero magnifico (ancora oggi si tengono concerti ogni settimana).

È possibile visitare la Sainte Chapelle e le sue volte a trompe-l'œil, che nel XVI secolo ospitarono la Sacra Sindone di Torino.

Passeggiando per il centro storico di Chambéry, si raggiunge Place Saint Leger: che ha l'immagine di una via perché lunga, stretta e fiancheggiata da case colorate e di ogni periodo storico: al centro c'è una grande fontana e qualche caratteristico café francese dove poter sostare e respirare l'atmosfera magica del centro. 

Dalla piazza si diramano i tipici passaggi di Chambéry: gallerie strette che portano spesso a porticati, interni di case decorati splendidamente a trompe l'oeil, ma anche a negozi artigianali e ristorantini deliziosi.
Altra piazza importante di Chambéry è la Place des Elefants, che prende il nome dal grande obelisco con quattro elefanti, donato dal generale De Boigne alla città in ricordo delle sue esplorazioni.

Da non perdere la Cattedrale di S. Francesco di Sales, che ospita su 6000m² il più vasto complesso a trompe-l'œil d'Europa.

6 Saint Genix sur Guiers
il lago del Bourget

 

Il lago del Bourget, di origine glaciale e con una superficie di 44 chilometri quadrati, è il più grande lago naturale di Francia e riveste un altissimo interesse ecologico, costituendo ovviamente un elemento fondamentale del patrimonio ambientale francese. 

Circondato da colline e da montagne, questa distesa d'acqua incontaminata offre la possibilità di praticare numerose attività nautiche e sportive.

In quest’oasi di pace, è ancora possibile scorgere cale selvagge, canneti e lidi accoglienti, dove trovare la calma cullati dal suono dello sciabordio delle onde. Questo “turchese sconfinato” - come amava descriverlo Balzac - ospita 34 specie di pesci e numerosi uccelli tra cui cigni, folaghe, morette ed eleganti avocette.

La sua enorme massa d’acqua, le sue scogliere e le lastre calcaree degli immediati dintorni riscaldano l’atmosfe: in certi punti regna un clima quasi mediterraneo. Tante ore di sole quante nel sud-ovest, con  piante di limoni ed ulivi.

Saint Genix sur Guiers

 

Alla confluenza dei fiumi Rodano e Guiers, il limite dei dipartimenti di Ain e Isère, si trova il pittoresco villaggio di Saint Genix sur Guiers, via d'accesso alla Savoia.

Al riparo dalle pareti del Monte Tournier, offre la dolcezza di un clima privilegiato con lussureggianti colline verdi attraversate da sentieri e piste ciclabili.

Infatti da qui passa anche la Rue Gebenensis, antica via medievale che collegava la città di Ginevra con Santigo di Compostela.

Questo paese è anche noto per il suo famoso dolce (il Gatea): nato verso la metà del XIX secolo, questa brioche con praline ha reso celebre il borgo medievale di Saint-Genix-sur-Guiers in Savoia: nel 1880 un pasticciere, il cui negozio esiste tutt'ora accanto alla Cattedrale, fece dono alla sua sposa di una nuova brioches, leggermente profumata di fiori d'arancio e decorato con con diverse praline.

Oggi il dolce di Saint-Genix si presenta come un panino tondo: praline intere, artigianali e colorate in rosso , vengono introdotte prima della cottura all'interno della pasta , mentre altre sono disposte sulla parte superiore della torta assieme a cristalli di zucchero.

L'impasto della brioche è una pasta lievitata , impastata due volte e cotta in stampi di legno rotondo, conosciuto localmente come "coppets".

Le praline di zucchero fuso disciolte nella brioches, ne danno un particolare gusto e il tipico aspetto.

Tradizionalmente, i dolci di Saint Genix sono avvolti in carta pergamena rossa e bianco, a ricordo dei colori simbolici di casa Savoia

Camping
LES BORDS DU GUIERS

 

73240 - Saint Genix sur Guiers

Route de Pont Beauvoisin
Tel.  04 76 31 71 40
     

dove dormire

TAPPA  6

da Saint Genix sur Guiers

a Lione

(78 km)

 

Lasciate alle spalle le colline ondulate, la strada prosegue via via sempre più pianeggiante, seguendo la campagna attraversata da moltissimi canali. 

 

Si attraversano piccoli villaggi e borghi dalle antiche tradizioni: La Tour du Pin, Bourgoin Jallieu, Saint  Quentin Fallavier.

 

Poco oltre si arriva a Lione, una delle città più belle della Francia e sin dal 1998 sito UNESCO.

Il ricco patrimonio di risorse culturali riflette le diverse epoche storiche di questa città, capoluogo del dipartimento regionale del Rhône-Alpes e situata a metà strada tra Parigi e Marsiglia.

 

E' considerata la capitale gastronomica della Francia e non c'è dubbio che cercheremo di scoprire se questa affermazione corrisponde a verità!

 

 

Lione: la storia

 

Fondata dai Romani nel 43 a.C. Lione è l'archetipo della città dall'inestimabile patrimonio: uno dei più importanti siti archeologici d'epoca romana dopo la stessa Roma. I teatri romani di Fourvière e i musei della civiltà gallico-romana ne sono testimoni e meritano indubbiamente una visita.

 

Il quartiere delle Vieux Lyon (Vecchia Lione) vanta la più prestigiosa collezione di edifici rinascimentali dopo Venezia. Il vecchio borgo da parte sua merita una visita soprattutto la sera, dove si incontrano turisti e residenti nei meravigliosi ristoranti "bouchon" e nei bar pieni di vita. Durante il Festival delle Luci, la città diventa un luogo magico.

 

Lione fu la città più prospera della Gallia romana, durante il medioevo venne saccheggiata dagli Unni e dai Goti, nel 879 divenne capitale della Provenza e nel 1176 ospitò il movimento dei poveri di Lione. Fu annessa alla corona di Francia nel 1312, la prosperità continuò a crescere, raggiungendo il suo apice nel Rinascimento.

 

Alla fine del XV secolo, Lione era un importante centro di scambi commerciali, apprezzata per le sue fiere e forte di un sistema bancario ben sviluppato e capace di attirare gli interessi commerciali di tutta Europa. Presto, la borghesia e l'élite intellettuale stimolarono la laboriosità dei suoi abitanti in senso anche artistico ed architettonico.

 

 

Lo sviluppo continuò attraverso i secoli XVII e XVIII con l'affermarsi dell'industria della setatanto che Lione finì per vestire i ricchi di tutto il mondo e per produrre le decorazioni interne delle loro dimore.

L'ordinato sviluppo urbano della città, anche dopo l'era napoleonica, proseguì e vide prevalere lo stile Haussman. Haussman era un famoso barone che aveva rimodellato Parigi in senso moderno, tagliando nuove strade nella città vecchia, dando il via alla costruzione di quartieri periferici, creando un sistema di parchi pubblici e riorganizzando la rete dei servizi urbani.

A lui si devono i celebri boulevards alberati che si dipanano dai monumenti e dagli edifici più importanti di Parigi, slanciandosi verso la città. A Haussman si ispirò il prefetto Vaisse per la modernizzazione di Lione. Godendo di un innegabile potere Lione arriva alle porte del XX secolo con un continuato sviluppo urbano.

 

Oggi è una grande metropoli, dove i successi del passato vivono in armonia con gli obiettivi del futuro. La città è bagnata da due fiumi, il Rodano(ad est) e la Saône (a ovest), che scorrono entrambi da nord a sud. Il centro è agevolmente visitabile a piedi. Le principali aree di interesse turisticosono: la collina di Fourvière, la parte più antica della città, conosciuta anche come “la collina della preghiera” per le numerose chiese e istituzioni religiose presenti; la Vieux Lyon, l'area rinascimentale, lungo la riva destra del fiume Saône (Saona); Presqu'île, tra i due fiumi, il vero cuore pulsante della città; Croix-Rousse, a nord di Presqu'île, tra i due fiumi, è conosciuta come "la collina che funziona" perché fino al XIX secolo era l'area dei lavoratori della seta (i famosi 'canuts'). 

Lione: la visita

 

Una visita della città può ben cominciare dalla zona di Bellecour, sul fiume Saona o, sulla riva occidentale del fiume, nella zona di Primatiale St-Jean. Place Bellecour è una delle piazze più grandi e più affascinanti della Francia.

 

Una statua di Luigi XIV, al suo centro, si erige di fronte ad edifici del XVIII secolo, le fanno da degna cornice alcune bellissime facciate.

A proposito di facciate, stupende, con motivi in trompe-l'oeil, quelle del museo Tony Garnier, in rue des Serpollières (8e arrondissment) e l'affresco "Lyonnais des célèbres" nel 2e arrondissment.

 

Tra i monumenti da non perdere la chiesa di San Martino (XII sec.), il Duomo di San Giovanni (XII-XV sec.), oltre a numerose chiese e palazzi in stili diversi, tutte incredibili testimonianze di grandi architetture senza tempo.

 

Per coloro che intendono visitare i musei si consiglia di acquistare la Lyon City Card: comprende un numero illimitato di viaggi sulla rete dei trasporti pubblici, ingresso libero o ridotto a musei e mostre e una visita guidata a scelta. Il Musées Gadagne e il Parc de la Tête d'Or sono anch'essi attrazioni di notevole interesse turistico. 

Le Traboules del quartiere di Vieux Lyon sono una curiosa attrazione da non perdere: si tratta di una tipica architettura della parte storica della città, sono i corridoi, i passaggi coperti scavati ai piani terreni dai tessitori di seta per legare tra loro i laboratori artigiani: in particolare quelli della 54 rue St Jean e 27 rue du Boeuf (il più lungo), quelli della 27 rue St Jean e 56 rue des Trois Maries o anche quello della 2 place du Gouvernement e quai Romain Rolland).

 

Da vedere infine il quartiere di Croix-Rousse, dove aveva sede l'antica industria della seta e dove sorgono gli appartamenti dei lavoratori della seta.

Si trattava di spazi con soffitti molto alti per ospitare i telai Jacquard, i quali potevano arrivare anche fino a 4 metri di altezza, avevano alte finestre che davano l'illuminazione naturale necessaria al delicato lavoro di tessitura della seta, ed erano provvisti di soppalchi per lo spazio della vita familiare.

Il quartiere è ancora oggi uno dei più densamente popolati in Europa. 

7 Lione

dove dormire

Camping
???

 

 - Lione

Tel. 

Cell. 
     

TAPPA  7

da Lione a

Poule les Echarmeaux

(62 km)

 

Lasciamo Lione ed uscendo dalla città ci dirigiamo verso nord: dopo una prima parte piuttosto pianeggiante, la strada tende a salire dolcemente per oltrepassare le prime colline che ci separano dalla Valle della Loira.

 

Lungo l'itinerario incontriamo dei bellissimi villaggi, con pittoresche stradine tra vecchie case costruite con pietre giallo ocra: siamo nella zona del Beaujolais, e questa pietra caratteristica, offre una grande gamma di colori caldi illuminati dal sole tando da definire questa regione la "Little Toscana Beaujolais".

 

Una pietra che viene utilizzata nella costruzione di case e castelli, ma anche chiese, lavatoi, pozzi, rendendo spettacolare la veduta d'insieme delle colline. Tutti i villaggi sono circondati da vigneti: infatti è una regione molto famosa in tutto il mondo per la produzione di vini rossi da tavola (come il Beaujolais nouveau) e di vini beaujoulais pregiati (Fleurie, Juliénas, Romanèche-Thorins).

La tappa termina a Poule les Écharmeaux.

Poule les Écharmeaux

 

Questo caratteristico villaggio dall'aspetto rurale, è immerso nella campagna francese, nella cornice verdeggiante di un parco naturale.

 

L'attività principale è legata alla produzione e lavorazione del legno e all'agricoltura.

 

Dopo la lunga pedalata, sarà decisamente piacevole potersi rilassare, al riparo dal calore estivo nella grande foresta nei pressi del lago (pesca alla trota).

dove dormire

Camping Municipale
LE BOURG

 

69870 - Poule-les-Écharmeaux

(nei pressi del lago)
Tel.  06 79 30 46 62
          04 74 03 15 49

Camping Municipale
AZOLE

 

69790 - Propières

(nei pressi del lago)
Tél. 04 74 03 60 08
        06 84 79 20 67

8 Poule les Écharmeaux
TAPPA  8

da Poule les Echarmeaux a Paray le Monial

(51 km)

 

La seconda tappa inizia ancora con qualche chilometro in dolce salita, per poi ridiscendere verso la Valle della Loira, la porzione meridionale della regione della Borgogna.

 

Dopo una cinquantina di chilometri nella campagna francese, lungo strade secondarie circondate da boschi, arriviamo alla piccola cittadina di Paray-le-Monial.

 

Questo antico borgo attira numerosi pellegrini, richiamati qui dalla figura di Suor Margherita Maria Alacoque, che qui ebbe le esperienze mistiche che generarono il culto del Sacro Cuore di Gesù, diffusosi in tutta Francia e nel mondo intero.

 

 

Paray le Monial: la storia

 

Paray-le-Monial, comunque, presenta un suo interesse storico a prescindere, e il suo centro è piacevole da visitare e reso spettacolare dalla grande basilica medioevale che troneggia in mezzo alla città attraversata dalla Bourbince, un affluente dell'Arroux a sua volta tributario della Loira, e dal Canal du Centre.

 

Paray esisteva già da tempo quando le fu aggiunto il secondo nome di le-Monial per opera dei monaci della vicina Cluny che assieme al Conte Lambert de Chalon crearono qui un priorato benedettino. Correva l'anno 973 dopo Cristo, ma bisogna aspettare circa 3oo anni prima di vedere eretta il capolavoro d'arte romanico-burgundo, una copia più piccola della celebre abbazia di Cluny.

 

Per chi arriva oggi l'edificio si presenta in tutta la sua imponenza, con i due robusti campanili di età e aspetto diverso (11° e 12° secolo), che dominano solenni la facciata. Una visione notevole dell'edifico è quella che si può ammirare dal retro, dove il grande coro e gli absidi delle cappelle secondarie creano un gioco di sovrapposizioni che culmina con la torre campanaria ottagonale. Una foto qui è d'obbligo, cercando di cogliere l'intreccio armonico di linee e fughe.

 

Oggi è la celebre basilica del Sacré-Cœur, il Sacro Cuore di Gesù, nome però attribuito circa 8 secoli dopo, dopo che Papa Pio IX la elesse a basilica minore a seguito dei numerosi pellegrinaggi a Paray-le-Monial dovuti alle precedenti apparizioni di suor Margherita. 

 

Per ammirare l'interno si può entrare dal narcete frontale oppure dalla porta nord che immette nel transetto di sinistra: ammirate l'eleganza dei fregi del portale. L'interno è solenne e luminoso, grazie

ad una tinta a pastello di tonalità giallo: da segnalare il coro, l'elegante deambulatorio, la cappella gotica nel transetto, mentre una notevole visione d'insieme la si può cogliere dalla cappella alta del narcete, aperta nella stagione estiva.

 

Le apparizioni di Suor Margherita Maria Alacoque non avvennero però nella abbazia clunaniense ma nel vicino monastero della visitazione. I primi eventi accaddero nel 1671 e le apparizioni proseguirono fino al 1690. Figura controversa, mistica ma con manifestazioni quasi al limite della follia, suor Margherita fu guidata dal Padre Claudio La Colombiere, che intravide l'autenticità del messaggio del Sacro Cuore di Gesù e contribui in modo decisivo alla sua diffusione.

 

Nella cappella del Monastero della Visitazione è possibile vedere la teca che contiene le spoglie mortali di Suor Margherita Maria Alacoque.

La Cappella la Colombiere contiene invece il sepolcro di San Claudio.

I pellegrinaggi religiosi di solito visitano anche la Chapelle di Notre Dame de Romay che contiene una statua della Vergine (1200), ritenuta miracolosa. La chiesa si trova alla periferia orientale di Paray-le-Monial

 

La città offre anche altri spunti turistici interessanti: notevole è la facciata rinascimentale del Municipio che riprende le linee dei famosi Castelli della Loira.

Molto interessante anche il Museo Gerone di arte sacra, che contiene nella sala centrale una struttura metallica ispirata a Gustave Eiffel. 

 

 

dove dormire

9 Paray le Monial
Camping
CAMPING DE MAMBRE'

 

71600 Paray-le-Monial

(a 50 mt. dal fiume Bourbince)

Tel.  03 85 88 89 20

TAPPA  9

da Paray le Monial

a Nevers

(117 km)

 

I primi colpi di pedale ci potano finalmente ad incrociare il corso della Loira.

 

Il lento scorrere delle acque sarà il nostro riferimento per le prossime tappe, nell'esplorazione di un territorio che si farà via via sempre più ricco di monumenti storici, abbazie e soprattutto dei tanti Castelli che rendono emozionante questo viaggio.

 

Sono tanti i chilometri che renderanno la giornata lunga e impegnativa, parzialmente compensata dal percorso pianeggiante e dal paesaggio circostante, sempre molto suggestivo per la natura straordinaria: attraverseremo piccoli villaggi e fattorie dove il tempo sembra essersi fermato.

 

Al termine della tappa potremo riposarci a Nevers, un piccolo borgo che si affaccia sul canale laterale alla Loira e conserva molti resti del suo passato.

Nevers: la storia

 

L'antica città, dominata dalla sagoma della cattedrale gotica, custodisce un importante patrimonio architettonico e artistico, ma è legata soprattutto alla figura della pastorella Bernardette, che dopo le apparizioni a Lourdes qui visse ed operò presso le Suore della Carità.

Per l’accoglienza dei Pellegrini è stato creato l’Espace Bernardette con alcuni itinerari suggestivi nel Giardino del Monastero e la riproduzione della Grotta di Lourdes.

Ma Nevers è anche arte, cultura e architettura, come dimostrano le sue strade strette e tortuose che si snodano dalla banchina al suo cuore più antico, costellato di edifici risalenti al XIV secolo.

 

Un percorso a piedi costellato di pannelli informativi e chiamato "Le fil bleu" (Il filo blu), invita i visitatori a scoprire e ad ammirare i vari gioielli cittadini, fra cui spiccano il palazzo ducale, la cattedrale di Saint-Cyr-et-Sainte-Julitte, la chiesa romanica di Saint-Étienne, la cappella barocca di Sainte-Marie, la torre Goguin, la Porte du Croux.

 

Antica residenza dei conti e dei duchi del Nivernese, il palazzo ducale di Nevers, costruito alla fine del XV secolo su richiesta del conte Jean de Clamecy, rappresenta un notevole esempio di architettura civile dell'inizio del Rinascimento.

 

Oggi questo splendido edificio decorato con sculture, che figura nell'elenco dei monumenti storici del paese, ospita l'ufficio turistico di Nevers e della sua regione, nonché numerose mostre temporanee.

La cattedrale di Saint-Cyr-et-Sainte-Julitte, altra icona architettonica della città fiancheggiata da due cori, romanico quello a ovest e gotico l'altro, vanta anche splendide vetrate moderne, i cui colori vivi e cangianti diffondono una luce dolce e policroma. Con 130 finestre per un totale di 1052 m², è uno dei più grandi complessi di invetriate contemporanee di tutta Europa! Un'opera colossale realizzata dagli artisti Alberola, Honegger, Rouan, Ubac e Viallat nell'arco di oltre 30 anni!

 

Dopo aver visitato la cattedrale, il consiglia è quello di fare una bella passeggiata lungo le mura, dall'imponente Porte du Croux, ciò che resta della cinta muraria medievale, fino alle rive della Loira...

A Nevers, poi, è d'obbligo un tuffo nel mondo della ceramica (un artigianato artistico il cui know-how ha reso nota la città già nei secoli XVII e XVIII) andando a visitare la notevole collezione di ceramiche di Nevers, che vanno dal XVI al XX secolo, proposta dal Museo cittadino Frédéric Blandin.

 

Da lì, per proseguire nella scoperta dei celebri blu di Nevers, si raccomanda una passeggiata nel quartiere dei ceramisti, nei dintorni della cattedrale.

Vicino al parco Roger Salengro, l'Espace Bernadette, casa madre delle Suore della Carità, custodisce nella cappella le spoglie della santa, al cospetto delle quali vengono a raccogliersi numerosi pellegrini, e offre uno spazio museale dedicato alla vita spirituale di Bernadette Soubirous.

 

Alla fine di giugno, le strade di Nevers si animano per “Les Zaccros d’ma ruè”, una manifestazione densa di emozioni e di creatività incentrata su spettacoli circensi, con danze, musiche e altre performance degli artisti di strada di tutta Europa che qui si raccolgono ogni anno per una grande festa collettiva

dove dormire

10 Nevers
Camping Municipale
NEVERS

58000 - Nevers 

(sulla pista ciclabile, nei pressi del canale)
Tel. 03 86 36 40 75

TAPPA  10

da Nevers

a Châtillon sur Loire

(87 km)

 

Usciamo dalla Borgogna per entrare nell regione agricola di Berry: percorso totalmente pianeggiante accompagnato dalle placide acque della Loira che qui rendono rigogliosa la natura.

 

Al termine della tappa giungiamo a Châtillon sur Loire, una piccola cittadina che si affaccia sul canale laterale alla Loira e conserva i resti del suo passato.

 

Adagiato su una piccola collina, il centro storico sorprende per le sue strade strette, le case a graticcio, gli edifici medievali e rinascimentali.

 

Il turismo che si è sviluppato in questa zona deve molto al Canale Navigabile: sulle acque lente sono visibili le classiche house-boat di diverse forme e misure.

Châtillon sur Loire: la storia

 

La prime testimonianze della città parla di una fortificazione nel decimo secolo.

Nel XVI secolo, i protestanti predominano a Châtillon e hanno un tempio costruito nel 1596. A causa di questo, la sua storia è anche segnata da guerre di religione da Caterina de 'Medici, sostenuta dalla nobiltà cattolica locale, invia truppe di controllare la regione.

Nel XVII secolo, Châtillon più grande comunità protestante Giennois.

 

Tuttavia, la politica religiosa di Luigi XIV ha ordinato l'invio di sacerdoti cattolici combattenti con lo scopo di ridurre l'influenza degli abitanti protestanti.

Fu nel 1684 che la religione protestante è vietata a Châtillon e il tempio fu distrutto per ordine del re e dal decreto del Parlamento di Parigi.

 

Prima del ponte-canale di Briare, il canale laterale alla Loira poteva attraversare il fiume grazie alle due chiuse, chiamate Mantelot e Soffitta.

 

Tra il 29 gennaio e 8 febbraio 1939, più di 2800 rifugiati spagnoli in fuga dopo il crollo della Repubblica spagnola arrivarono nel Loiret.

 

Data la mancanza di strutture per accogliere i profughi ad Orleans, 46 centri di assistenza rurali sono aperti tra cui uno a Châtillon-sur-Loire.

I rifugiati, per lo più donne e bambini (gli uomini sono disarmati e detenuti nel sud della Francia), sono soggetti ad una quarantena rigorosa, sono curati e nutriti.

 

Tuttavia una gran parte dei rifugiati sceglie di tornare in Spagna., incoraggiata dal governo francese.

12 Orléans

Coloro che preferiscono rimanere, si sono raccolti attorno alla vetreria di Aydes a Fleury-les-Aubrais.

Il turismo crescente trova a Châtillon sur Loire molte possibilità di svago: diversi circuiti a tema e sentieri di trekking consentono di scoprire la città ed il suo patrimonio storico, la campagna circostante, verde e ondulata, le sponde della Loira, le rive del canale parallelo alla Loira, il sito naturale dell’isola di Ousson e la sorprendente chiusa di Mantelot sulla Loira.

dove dormire

11 Châtillon sur Loire
Camping Municipale
L'ECLUSE DES COMBES

 

45360 - Chatillon sur Loire

(sulla sponda della Loira)
Tel. 02 38 36 34 39

        06 32 07 83 45

TAPPA  11

da Châtillon sur Loire

a Orléans

(79 km)

 

Questa tappa ci regalerà il suggestivo incontro con il primo dei tanti Castelli che troveremo lungo la Loira.

Proprio a metà del percorso, dopo circa 40 km si arriva  a Sully-sur-Loire, straordinario per il suo magnifico aspetto fiabesco immerso nella natura e che si riflette sulle placide acque del fiume Sange.

 

Questa fortezza medievale conserva ancora il suo aspetto unico conferito dai suoi ampi fossati, dal mastio imponente e dalle alte torri con il tetto a forma di cono: grazie alla presenza dell’acqua che circonda il castello, il suo fascino risulta senza tempo.

 

Come quasi tutti i manieri della Loira nel corso dei secoli è passato di proprietario in proprietario subendo aggiunte, cambiamenti e abbellimenti che oggi lo rendono così particolare.

Castello di Sully sur Loire: la storia

 

Il castello di Sully, così come appare oggi, è il frutto di un lungo processo di costruzione iniziato già da parecchi secoli, tuttavia la sua origine resta ancora un mistero.

Costruito alla fine del XIV secolo sulle rive della Loira, il castello di Sully, porta d'entrata orientale della Valle della Loira, è iscritto al patrimonio mondiale dell'Unesco.

 

Vera fortezza medievale classificata monumento storico nel 1928, il castello conserva ancora il suo aspetto singolare grazie ai suoi ampi fossati ancora in acqua, il suo mastio massiccio e le sue alte torri con il loro tetto a forma di cono.

 

Negli appartamenti del Duca di Sully e di sua moglie, è conservata tutta la magnificenza e la grandezza di un'epoca.

Entrando si visitano alcuni ambienti con soffitto a volta, la cucina e la dispensa.Trovano posto in questi primi ambienti le tombe del duca di Sully Maximilien e della sua seconda moglie Rachel de Cochefilet.

Poi si sale al piano nobile, dove si attraversano la grande Sala d'onore e gli appartamenti residenziali del duca.
Vi sono due sale medievali del XIV secolo con 13 ritratti di famiglia. 
Su un camino monumentale si trova una grande pittura rappresentante il "Castello di Roisney-sur-Seine".

Porte in ferro si aprono sullo studio di Sully, mentre altre in legno sono del XVII secolo.Alcuni arazzi del XVII secolo si trovano negli Appartamenti di Psyché, che prendono il nome  dal soggetto che i sei arazzi stessi rappresentano: le avventure di Psiche tratte dalle "Metamorfosi" di Apuleio, scrittore latino del II secolo.Tra le stanze del castello vi è anche quella riservata al re, arredata in stile Luigi XIV, con bellissime tappezzerie in seta blu e oro e arazzi del XVII secolo.

 

Tra i personaggi che soggiornarono al castello di Sully si ricorda Giovanna d'Arco, imprigionata da Georges de Trèmoille, favorito del Delfino di Francia (futuro re Carlo IV), all'epoca proprietario del castello, che temeva l'influenza sul re esercitata dall'eroina.
Giovanna d'Arco infatti si era recata al castello per convincere il Delfino a recarsi a Reims per essere incoronato re di Francia dopo la sconfitta degli Inglesi a Patay.

Voltaire fu esiliato in questo castello tra il 1716 e il 1719: era stato allontanato dal re da Parigi per aver scritto testi denigratori ed epigrammi.
Per lui nella sala d'onore fu costruito un teatro per poter rappresentare le sue opere.

Nel castello il giovane re Luigi XIV, accompagnato dalla madre Anna d'Austria e dal cardinal Mazzarino, vi trovò rifugio durante il periodo della Fronda.
Tra i suoi proprietari ci fu anche il Maresciallo Mac-Mahon, duca di Magenta e primo Presidente della Repubblica Francese.

Orléans: la città di Giovanna d'Arco

 

Proseguendo lungo la Loira, dopo altri 40 Km si raggiunge la suggestiva città di Orléans, antica capitale gallica diventata famosa nel 1428 per la schiacciante vittoria delle truppe francesi (per merito dell’eroina Giovanna d’Arco) riuscirono ad ottenere nello scontro con le milizie inglesi, durante la Guerra dei Cent’Anni.

 

Tra gli angoli che più meritano l’attenzione dei visitatori c’è sicuramente la Place du Martori, principale piazza cittadina costeggiata di bellissimi edifici e locali eleganti, sempre brulicanti di gente festosa. In posizione centrale nella piazza domina la statua simbolo della “pulzella d’Orleans”, la già ricordata Giovanna d’Arco, in onore della quale si trova poco lontano la Maison Jeanne d’Arc.

 

All’interno dell’edificio è stato allestito un interessante museo interamente dedicato alla coraggiosa figura storica, un percorso che conduce i più curiosi e gli appassionati attraverso le tappe salienti della sua storia e della storia militare della Francia di quel periodo.

Una residenza particolarmente bella e importante è ciò che attualmente costituisce l’Hotel Groslot.

Si tratta di una grande dimora signorile del XVI secolo, all’interno della quale trovarono ospitalità diversi personaggi nobili tra cui Enrico III, Enrico IV e Francesco II, quest’ultimo nel periodo immediatamente precedente la sua morte.

 

Fino alla fine del XIX secolo, poi, il raffinato edificio svolse la mansione di municipio di Orléans. Oggi l’interno è impreziosito da oggetti e dipinti del Settecento, oltre a conservare ancora una volta interessanti testimonianze storiche su Giovanna d’Arco.

 

Da non perdere la Cattedrale Sainte Croix, originariamente eretta nel lontano IV secolo, nel momento di maggiore sviluppo del Cristianesimo all’interno del paese della Loira.

Da quel periodo in poi la Chiesa subì diversi saccheggi, come quello ad opera degli Ugonotti nel XVI secolo, e fu di conseguenza sottoposta a varie opere di ricostruzione e ristrutturazione.

La versione definitiva in stile gotico venne realizzata nel corso del XVII-XIX secolo.

Gli appassionati di arte non potranno lasciarsi scappare il Museo delle Belle Arti, uno dei più ricchi e antichi musei di Francia.

Le sue importanti collezioni di pitture, sculture e oggetti decorativi offrono un vasto panorama della produzione artistica francese ed europea tra il XV e il XX secolo.

 

La manifestazione cittadina più sentita e caratteristica è ancora una volta legata alla famosa eroina della Guerra dei Cent’Anni: il Festival di Giovanna d’Arco è una festa annuale che si svolge durante il mese di maggio, riportando Orléans indietro nel tempo sino all’atmosfera medievale che la caratterizzava in passato.

 

Molti cittadini vestono addirittura gli abiti tradizionali di una volta, passeggiando per la città come se ci si fosse davvero immersi nella storia passata e magari suonando qualche vecchio strumento tipico.

dove dormire

Camping Municipale
CAMP GASTON MARCHAND

 

45140 - Saint Jean De La Ruelle

(2 km da Orléans, sulla sponda della Loira)
Tél. 02 38 88 39 39

      

Camping Municipale
CAMPING D'OLIVET

45160  - OLIVET

(2 km da Orléans, sulla sponda della Loiret)
Tél. 02 38 88 39 39

      

TAPPA  12

da Orléans

a Blois

(81 km)

 

Oggi la partenza è anticipata per una tappa davvero entusiasmante: sono ben 4 i Castelli che incontreremo lungo il corso della Loira.

Dopo una prima parte nella campagna francese, incontrando piccoli agglomerati di case e fattorie, incontriamo al chilometro 50 il Castello di Chambord, il più vasto ed il più prestigioso dei castelli del Rinascimento francese, costruito nel sedicesimo secolo e caratterizzato dal suo inconfondibile profilo di comignoli e torrette che lo fa sembrare uscito direttamente da una fiaba.

 

Il castello richiederebbe almeno una giornata di sosta, ma non ci si può certo fermare: a meno di 10 chilometri ecco il Castello di Villesavin, altro magnifico esempio di castello rinascimentale rimasto intatto dal 1526.

Pochi chilometri più a sud ci aspetta il Castello di Cheverny, una scintillante residenza d’epoca considerata il castello più lussuoso della Loira per i suoi interni sfarzosi e i giardini curati fino all’ultimo dettaglio.

Altri 16 chilometri e si arriva a Blois e al suo Castello: affacciata sul fiume la città incanta con la sua atmosfera un pò intrigante e magica.

Castello di Chambord: la storia

 

Sorto nel cuore di una vasta foresta ricca di selvaggina, Chambord non è stato progettato per essere una residenza permanente ma semplicemente un padiglione di caccia. Francesco I amava trascorrervi le giornate per dedicarsi al piacere della caccia, all’epoca privilegio riservato alla nobiltà. Non soggiornò che per brevi periodi nel castello, lasciandolo completamente vuoto dopo ogni passaggio e, in definitiva, il castello non fu mai terminato…

 

Nel corso dei secoli, altri personaggi e re di Francia, tra cui il famoso Re Sole (Luigi XIV) hanno contribuito ad trasformare ed abbellire il Castello.

 

Chambord è nato dal sogno di Francesco I, re di Francia, che portò in Francia dalle sue battaglie d’Italia un gran numero di artisti, trai quali Leonardo da Vinci. Nessuno conosce il nome dell’architetto di Chambord, ma questo capolavoro sembra essere inspirato dagli schizzi del grande maestro italiano, sopratutto la famosa scala a doppia rivoluzione. 

 

Il castello di Chambord segna l’inizio del Rinascimento francese, armonioso equilibrio tra i principi italiani e le tradizioni francesi. Chambord è un castello dalle prooporzioni perfette che provoca un sentimento di maestosità, un’armonia nei volumi e le decorazioni.
Prendete la scala di Leonardo per raggiungere le terrazze: dall’alto del maschio, lasciatevi ipnotizzare dalla fantasia dei tetti con le torrette, i comignoli e le lucarne vertiginose e approfittate di una vista incredibile su tutta la Tenuta.

Lo sviluppo continuò attraverso i secoli XVII e XVIII con l'affermarsi dell'industria della setatanto che Lione finì per vestire i ricchi di tutto il mondo e per produrre le decorazioni interne delle loro dimore.

L'ordinato sviluppo urbano della città, anche dopo l'era napoleonica, proseguì e vide prevalere lo stile Haussman. Haussman era un famoso barone che aveva rimodellato Parigi in senso moderno, tagliando nuove strade nella città vecchia, dando il via alla costruzione di quartieri periferici, creando un sistema di parchi pubblici e riorganizzando la rete dei servizi urbani.

A lui si devono i celebri boulevards alberati che si dipanano dai monumenti e dagli edifici più importanti di Parigi, slanciandosi verso la città. A Haussman si ispirò il prefetto Vaisse per la modernizzazione di Lione. Godendo di un innegabile potere Lione arriva alle porte del XX secolo con un continuato sviluppo urbano.

 

Oggi è una grande metropoli, dove i successi del passato vivono in armonia con gli obiettivi del futuro. La città è bagnata da due fiumi, il Rodano(ad est) e la Saône(a ovest), che scorrono entrambi da nord a sud. Il centro è agevolmente visitabile a piedi. Le principali aree di interesse turisticosono: la collina di Fourvière, la parte più antica della città, conosciuta anche come “la collina della preghiera” per le numerose chiese e istituzioni religiose presenti; la Vieux Lyon, l'area rinascimentale, lungo la riva destra del fiume Saône (Saona); Presqu'île, tra i due fiumi, il vero cuore pulsante della città; Croix-Rousse, a nord di Presqu'île, tra i due fiumi, è conosciuta come "la collina che funziona" perché fino al XIX secolo era l'area dei lavoratori della seta (i famosi 'canuts'). 

Il Castello di Villesavin

 

Percorsi solo altri 10 km, eccoci a Tour en Sologne, dominato dal Castello di Villesavin.

Questo insediamento rappresenta un magnifico esempio di castello rinascimentale rimasto intatto dal 1526, caratterizzato da una splendida vasca italiana in marmo di Carrara.

 

Al suo interno possiamo trovare una splendida collezione di costumi e manufatti che ripercorrono la storia del matrimonio dal 1840 (il museo è noto per essere il più grande del mondo) e l’insolito museo delle carrozze e carrozzine trainate da cavalli.

Il Castello di Cheverny
 

Sono solo 5 i chilometri cui dista il Castello di Cheverny, una scintillante residenza d’epoca considerata il castello più lussuoso della Loira per i suoi interni sfarzosi e i giardini curati fino all’ultimo dettaglio.

La bellezza di questo castello si deve all’opera di Jean Monier di Blois che venne inviato da Maria de’ Medici in Italia per perfezionare il suo talento. Una volta rientrato in Francia lavorò al palazzo del Lussemburgo, al castello di Blois, la sua città natale e infine a Cheverny dove diede massima espressione della sua bravura.

La facciata principale del castello è interamente in pietra da taglio. Come altri castelli, Cheverny è stato costruito con blocchi di tufo calcareo bianco, la pietra di Bourré: tenera all'uscita della cava, questo tipo di pietra si indurisce ed imbianchisce con il passare del tempo.

La facciata è decorata con busti romani, in voga nel Rinascimento. Il piano generale di Cheverny con i suoi grandi padiglioni ad angolo sormontati da cupole ed i suoi motivi decorativi di pietra in linee sovrapposte, rappresenta una novità per l'epoca

 

Le stanze più sfarzose sono sicuramente la Chambre du Roi e il Grand Salon con 34 pannelli in legno dipinto che raccontano le gesta di Don Chisciotte.

 

Anche l’Orangerie (la serra invernale) merita una visita: qui venne nascosta la Gioconda di Leonardo durante i saccheggiamenti nazisti.

 

I giardini sono davvero suggestivi grazie a una perfetta mescolanza di stili che vanno dal classico all’inglese.

Blois

 

Città a misura d’uomo con 50.000 abitandi, Blois coltiva la dolcezza e la qualità di vita, il dinamismo economico e universitario, la ricchezza della vita associativa, culturale e sportiva.

Dotata di un ambiente naturale e architetturale eccezionale lungo la Loira, la metropoli è attraversata dal fiume che la pone al cuore di un'area classificata Patrimonio dell’Unesco come “Paesaggio culturale”.

 

La città dispone di un polo universitario e d’insegnamento superiore in forte sviluppo (quasi 5.000 studenti) che mira a specializzarsi con particolari corsi di laurea assenti in altre regioni.

 

Il tessuto economico di Blois e del suo agglomerato urbano è caratterizzato da attività molto varie tra loro, ma non manca una politica di sostegno dell’agricoltura periurbana bio o ragionata e dei cicli brevi di vendita dei prodotti dal produttore al consumatore.

 

Il cuore di Blois batte anche al ritmo di una cultura dinamica e al passo con i tempi: la Halle aux Grains propone tutto l’anno un programma di qualità, tra musica, canzone, teatro e danza con un gran numero di spettacoli e dando spazio a molti giovani talenti

Grande orgoglio degli abitanmti di Blois è il Castello omonimo: dimora favorita dei re e delle regine di Francia nel Rinascimento, il castello reale di Blois, unico palazzo reale della Valle della Loira, è ornato di magnifici decori policromi recentemente restaurati.

 

A partire da Luigi XII, nato a Blois nel 1462, il castello diviene dimora favorita dai re di Francia per più di un secolo. Blois è il primo cantiere lanciato da Francesco I e i suoi successori vi dimorano volentieri. Francesco II vi passa la metà del suo corto regno e Henri III vi organizza due volte gli Stati Generali del reame per tentare di porre fine alle guerre di religione (1576 e 1588). Fu in questa occasione che il castello di Blois divenne il teatro dell’assassinio del Duca di Guisa, compiuto su ordine del re il 23 dicembre 1588.

 

Il VXI secolo è anche a Blois il secolo delle regine: vi si succedono Anna di Bretagna, del quale matrimonio con Louis XII permette la riunione della Bretagna alla Francia, poi Claudia di Francia, che ha lasciato il suo nome alle prugne che fece coltivare nei giardini di Blois. Sempre a Blois ha vissuto ed è morta Caterina de’ Medici, dopo il breve regno di Maria Stuart. Sempre legati al ricordo di Blois sono i ricordi degli sposi re Henri IV, Margherita di Valois, la «regina Margot», e Maria de’ Medici che ne evase nel 1619.

 

Rifugio nel XVII secolo dei principi in esilio, Maria de’ Medici, Gaston d’Orléans, Maria-Casimira di Polonia, il castello diventa caserma alla veglia della Rivoluzione Francese. Classificato monumento storico nel 1840, vede una restaurazione condotta da Félix Duban che gli riconferisce il suo splendore. La città di Blois vi installa il museo delle Belle Arti nel 1850. Oggi nominato museo di Francia, questo castello riunisce più di 30 000 opere d’art di cui una parte è presentata negli appartamenti reali nell’ala Louis XII e al momento delle esposizioni temporanee.

 

Per più di quattro secoli, re e regine hanno fatto del castello reale di Blois un tesoro dell’ architettura francese. Intorno alla corte di dispongono quattro facciate che testimoniano quattro epoche differenti: il Medioevo, l’ arte gotica, il Rinascimento e il Classicismo.

A nord-est, la sala degli Stati Generali è la più grande sala civile gotica dell’inizio del XIII secolo visibile in Francia.

A est, l’ala Louis XII, costruita in pietra e mattone in stile gotico fiammeggiante tra il 1498 e il 1501, occupata dal museo delle Belle Arti e prolungata a sud da una galleria e in nella cappella Saint Calais (1508). Vi si intravedono i primi segni dell’influenza italiana.

A nord, l’ala François I, con la celebre scalinata monumentale, capolavoro del Rinascimento (1515-1519), ospita gli appartamenti reali riccamente mobiliati da Francesco I, Henri III e Caterina de’ Medici. Essa illustra in modo monumentale l’incontro della tradizione francese con l’influenza italiana. Infine, a ovest, l’ala in stile classico è stata costruita da François Mansart per il duca Gaston ’Orléans, fratello del re Luigi XII, dal 1635 al 1638. Capolavoro dell’architettura classica, la tromba della scalinata interna è una creazione imponente a cupole incastrate.

 

Tutte le sere dal 2 aprile al 18 settembre, la corte interna del castello si copre di luci al ritmo della musica e degli avvenimenti che hanno segnato la storia della Francia: l’ illuminazione unica dell’architettura grandiosa della corte accompagnata da effetti sonori crea un ambiente particolarmente propizio alla scoperta di numerosi secoli di storia della Francia. Amori, drammi e misteri ritmano la recita della vita dei re e delle regine di Francia nel Rinascimento. Luigi XII, Francesco I, Caterina de’ Medici e suo figlio Henri III… tanti nomi celebri legati a questo monumento unico dell’ architettura francese (tradotto simultaneamente con audioguide in inglese, tedesco, spagnolo e italiano).

dove dormire

13 Blois
Camping Municipale
CAMPING VAL DE BLOIS

 

41350  - Vineuil

(2 km da Blois, sulla sponda della Loira)
Tel. 02 54 78 82 05

      

TAPPA  13

da Blois

a Tours

(83 km)

 

Ancora una tappa straordianria ed interessantissima per la visita ad altri quattro importanti Castelli della Loira.

 

Si parte da Blois tenendo la Loira sulla sinistra per arrivare dopo circa 50 chilometri alla volta di Chamont-sur-Loire dove troviamo il primo dei Castelli di giornata.

 

L'itinerario prosegue sull'altra sponda del fiume fino ad arrivare al piccola Amboise, città che vide spegnersi Leonardo da Vinci.

Visitato il castello proseguiamo verso sud, oltrepassando una foresta, per giungere al magnifico Castello di Chenonceau considerato uno dei castelli più famosi e romantici della Valle della Loira.

 

La tappa termina a Tour, un'incredibile città che ci stupirà per le sue case in tufo bianco, i tetti in ardesia, le case medievali e rinascimentali-

 

 

Chaumont-sur-Loire: una città in festa

 

Immerso in un paesaggio lussureggiante, agghindato di fiori profumatissimi e variopinti, ecco Chaumont-sur-Loire, un borgo pittoresco che si estende per circa 2 km lungo una strada principale, bordato su un lato dal corso della Loira e sull’altro dalla roccia su cui si innalza il castello, nominato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

 

Il gioiello più prezioso di Chaumont è il suo castello, fondato nell’XI secolo dal conte di Blois Odo I, poi passato nelle mani del cavaliere normanno Gelduin, il quale fece consolidare le fortificazione, rendendole ancora più massicce e imponenti.

Fu la nipote, Denise de Fougère, a recarlo in dote al suo sposo Sulpice d’Amboise, ponendo il maniero sotto la custodia degli Amboise, in cui rimase per circa 5 secoli. Incendiato e raso al suolo nel 1455 per volere di Luigi XI, come punizione a Pietro d’Amboise per la sua adesione alla Lega del bene pubblico, il castello venne poi ricostruito grazie all’intervento del re, una volta perdonati gli Amboise.

 

La ristrutturazione, finanziata dal sovrano, avvenne tra il 1465 e il 1475 per mano di Carlo I d’Amboise, figlio di Pietro, il quale fece aggiungere una zona settentrionale oggi perduta. Era il 1560 quando il castello di Chaumont-sur-­Loire passò a Caterina de Medici, che vi accolse personaggi importanti e famosi astrologi come Nostradamus. Quando il marito, Enrico II di Francia, morì, la sovrana usò il suo potere per spingere Diana di Poitiers, amante del marito, ad accettare il castello di Chaumont al posto del Castello di Chenonceau.

Da visitare sicuramente il Centre d'Arts et de Nature, il museo correlato al castello, in cui natura e creazione artistica si fondono in un tutt'uno, dove si svolgono mostre ed installazioni artistiche a vario tema.

Le altre bellezze del borgo sono nascoste nel tessuto urbano del centro, intricato come un labirinto incantevole. Sono numerosi gli scorci suggestivi, le stradicciole in salita e in discesa che si arrampicano su e giù dalla riva del fiume agli speroni rocciosi.

 

Non mancano anche i musei e le esposizioni: la più originale è quella dedicata alle api, detta La Maison des Abelles.

A guidare i visitatori lungo le tappe della raccolta del miele c’è un esperto apicoltore, pronto ad insegnare i segreti dell’estrazione, a svelare le differenze tra i fiori e le proprietà dei pollini.

Il museo, originalissimo, è composto di sale a forma esagonale, come per riprodurre un grande alveare.

 

Ma a Chaumont-­sur-­Loire l’aspetto più interes-sante è senza dubbio la voglia di festa, infatti vi si svolgono alcune manifestazioni famosissime e coinvolgenti, che mostrano la cittadina al massimo del suo splendore e sono le occasioni ideali per assaporare l’ospitalità squisita dei cittadini.

L’evento più atteso è il Festival Internazionale dei Giardini: una grande festa dedicata ai giardini tematici, che si svolge nel parco del castello e attira in città artisti e esperti floricoltori. Un altro evento caratteristico è il Festival Excentrique, che si svolge alla fine di giugno, con spettacoli mirabolanti di artisti, giocolieri e musici.

14 Tours
Amboise, un angolo di "Italia"

 

Amata da personaggi illustri come Carlo VIII, che vi morì nel 1498, e Leonardo da Vinci, che vi trascorse i suoi ultimi giorni sino al 1519, la Amboise è famosa soprattutto per l’omonimo castello, fondato nel Quattrocento ma completato solamente nel terzo decennio del XVI secolo, durante il tutto il regno di Francesco I.

Quasi non ci sarebbe stato bisogno del riconoscimento dell’Unesco, per capire il valore storico e architettonico di questo splendido maniero, che insieme ai suoi giardini regala uno degli scorci più affascinanti della Valle della Loira. 

Dopo la realizzazione delle prime fortificazioni, altre costruzioni significative vennero aggiunte ad opera di Carlo VIII, nato e cresciuto in paese.

All’esterno della struttura principale si può ammirare la cappella di Saint­Hubert, in stile gotico flamboyant e decorata con alcune pitture che rappresentano scene di caccia, infatti Saint Hubert è il protettore dei cacciatori.

Interessante anche l’ala cosiddetta “di Carlo VIII”, con le residenze del Re e della Regina, e la parte di Luigi XII, in stile rinascimentale, con gli appartamenti del XIX secolo.

 

Ma la zona più spettacolare è certamente quella delle terrazze affacciate sul corso della Loira, occupate da ampi giardini fioriti, dove si possono vedere il busto di Leonardo e il mausoleo islamico dedicato ai seguaci di Abd el­Kader, periti ad Amboise nel periodo in cui quest’ultimo vi era prigioniero.

La visita al castello è resa possibile da vari percorsi tematici, che offrono uno spaccato appassionante su diversi aspetti della storia francese, dal ruolo politico e artistico rivestito all’interno dell’Europa rinascimentale ai momenti di vita quotidiana trascorsi nelle stanze private del palazzo, sino ai retroscena più intriganti della vita a Corte.

 

Amboise offre ai visitatori tante occasioni di divertimento, svago e relax, durante le quali sarà possibile approfondire la conoscenza della storia cittadina o assaporare davvero le tradizioni della regione.

I turisti di origine italiana apprezzeranno particolarmente la Festa Italiana, che si svolge alla fine di maggio e dura alcuni giorni.

La manifestazione intende celebrare le arti, i mestieri e i prodotti tipici dello stivale, proponendo delizie gastronomiche e oggetti artigianali della nostra terra.

Chenonceau, il "Castello delle Dame"

 

Tra i numerosi splendidi castelli disseminati lungo il corso della Loira, uno in particolare colpisce l'attenzione e la fantasia dei visitatori di tutto il mondo per la sua caratteristica collocazione: è il Castello di Chenonceau, interamente costruito sull'acqua del fiume Cher e sostenuto da una serie di archi le cui fondamenta poggiano sul letto del corso d'acqua. Dall'abitato di Chenonceaux un viale che attraversa la tenuta conduce al piazzale d'ingresso del cosiddetto “Castello delle Dame”, appellativo derivante dall'intensa storia vissuta dalle proprietarie dell'edificio, costruito nella prima metà del XVI secolo per accontentare Caterina Briçonnet, moglie del tesoriere del re.

Alla morte dei padroni di casa, il castello passò dapprima nelle mani del governatore di Montmorency, e successivamente in quelle di Enrico II che, nonostante fosse sposato con Caterina de' Medici, lo donò alla propria favorita, ovvero l'affascinante Diana di Poitiers.

 

Tra invidie e gelosie, alla morte del sovrano, Caterina cacciò Diana convincendola ad accettare in cambio un altro celebre castello, nello specifico quello di Chaumont.

Eliminata dalla scena la rivale di una vita, Caterina de' Medici poté dedicarsi alla cura dei giardini ed al restauro di alcune ali dell'edificio, che vennero implementate ed ampliate.

 

Alla morte della nobildonna, sul finire del XVI secolo, il castello venne ceduto a Luisa di Lorena, moglie di Enrico III, la quale tuttavia non riuscì a godere della magnificenza della struttura poiché dalla morte del marito vi si ritirò in un profondo lutto trasformando di fatto uno dei più affascinanti castelli del mondo in un luogo di dolore e reclusione, come ancora testimoniano i colori cupi dell'arredamento della sua camera.

15 Vendôme

Un intenso percorso di passaggi di proprietà e vicissitudini legate alle guerre combattute dalla Francia nei secoli seguenti, portarono le nobildonne che dominarono il castello a effettuare con ottimo gusto,  modifiche strutturali e a creare gli splendidi giardini che ancora oggi si possono ammirare e che costituiscono una buona parte del fascino del complesso, anche se risulta evidente come sia proprio il riflesso del castello sulle acque che scorrono placide sotto le sue arcate a donare all'insieme il suo caratteristico aspetto fiabesco.

 

All'interno della struttura, oggi adibita a museo, sono conservate le stanze e gli arredamenti del Cinquecento, così come numerosi dipinti ed alcuni arazzi fiamminghi che adornano la Sala delle Guardie dell'epoca d'oro dei sovrani di Francia; tra i grandi nomi della pittura mondiale della collezione privata spiccano quelli del Correggio, di Rubens e del Tintoretto, solo per citarne alcuni, presenti con opere di indiscusso valore.

 

Chenonceau è oggi il più visitato di tutti i Castelli della Loira: alla spettacolarità della struttura e della sua posizione, si aggiungono gli eleganti giardini antistanti (realizzati e curati personalmente dalle dame che ne furono proprietarie) e il " Labyrinthe", un labirinto circolare di siepi di tasso di 1500 metri quadrati immerso nel cuore del parco.

Tours: una magica atmosfera 

 

La sua storia di Tours ha origini ben più antiche rispetto ai castelli affacciati sulla Loira: ne troviamo traccia fin dal periodo nel quale i Romani si spinsero in Gallia per allargare il proprio impero. Ancora oggi nella zona nord­est  sono visibili alcuni resti dell'antica Caesarodunum, la città fondata dai Romani proprio in questo luogo.

Le vestigia di muri, abitazioni e bagni sono quanto rimane di quell'epoca ormai remota, ma che possono dare un'idea di come si sviluppasse la cittadina duemila anni or sono. Dal IV secolo il culto delle reliquie di Saint Martin nella cappella costruita sopra la sua tomba, ha favorito la creazione e lo sviluppo della località di Châteauneuf Saint­Martin e nella fattispecie di un luogo di culto, divenuto in seguito uno dei simboli del cristianesimo occidentale.

I pellegrini giungevano da ogni parte per pregare in quello che era allora uno dei più grandi santuari del mondo cristiano, aumentando così la fama e la prosperità della piccola località.

 

Nel XIV secolo, la città unificata risorse dal periodo buio dei secoli precedenti, divenendo una sorta di rifugio per il regno in pericolo: dalla metà del XV secolo al XVI secolo fu capitale del Regno di Francia ed i re Carlo VII, Luigi XI, Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I tornarono più volte a Tours con i propri uomini di fiducia, in quella che già allora era considerata una delle capitali francesi della seta.

Fu sempre qui che nacque, di fatto, il primo Rinascimento francese, i cui effetti sono ancora oggi apprezzabili in alcuni particolari delle torri della Cattedrale o nel Chiostro di Saint­Martin.

Una visitare la stupenda Cattedrale di Saint Gatien, la cui costruzione iniziò a principio del XIII secolo e terminò solamente tre secoli più tardi: nell'insieme, è evidente lo stile gotico­flamboyant dell'abside e della facciata.

La chiesa fu dedicata in un primo momento a San Maurizio, prima di essere poi definitivamente intitolata a San Gaetano.

 

Un altro grande edificio simbolo della città è lo Château de Tours, ispirato all'architettura carolingia. Le origini del castello risalgono alla fine del IX secolo, quando venne costruita una casa signorile, che fu poi ripetutamente ricostruita assumendo nel tempo l'aspetto che si può oggi ammirare.

 

L'edificio, che sorge a fianco della Loira, è dunque parte di un'antica fortezza che nell'XI secolo era contigua alle mura gallo­romane; al suo interno trova spazio un museo di storia della Touraine.

 

Un giro per le strade del centro darà modo di apprezzare le case medievali e rinascimentali o la bella Place Plumereau, sulla quale si affacciano edifici a "graticcio" e cioè dalla caratteristica struttura in legno (conosciuta in francese come “colombage”) ed affollata di bar e bistrò sempre molto frequentati.

dove dormire

Camping
LES ACACIAS

 

37700 -  La Ville-aux-Dames

(6 km dal centro di Tours, sulla Loira)
Tel.  02 47 44 08 16
          

Camping
TOURS VAL DE LOIRE

 

37550 - Saint Avertin

(5 km dal centro di Tours, sulla Loira)

Tel. 02 47 27 87 47
      

16 Chartres
TAPPA  14

da Tours

a Vendôme

(56 km)

 

Lasciamo la Loira nel suo viaggio verso l'oceano per dirigerci verso nord, tornando in un ambiente collinare con leggero saliscendi fino ad incrociare Le Loir, un affluente della Loira.

 

Qui incontriamo la città di Vendôme una piccola città di 30.000 abitanti che ospita un gran numero di luoghi d'interesse.

 

Proprio per la sua posizione geografica, nel dipartimento francese di Loir­et­-Cher,  nei secoli scorsi la Storia ha lasciato tracce indelebili.

 

Seguiremo il percorso medievale che univa Parigi al Cammino di Santiago, incrociando i Pellegrini che ancora oggi su queste strade si recano in Spagna.

Vendôme, città d'arte e storia

 

Il nome Vendôme deriva dal termine gallo­romano Vendocinum, traducibile con il concetto di “montagna bianca”, in riferimento alla falesia che domina il territorio nel quale sorge la cittadina.

È ovviamente la Loira ed i suoi rami (il paese sorge sul fiume Loir, un “braccio” della più famosa Loira) ad avere favorito fin dall'antichità l'insediamento umano nella regione, ma è solo a partire dal VI secolo d.C. che si hanno informazioni certe sull'esistenza di Vendome.

 

Ancora oggi, sono visibili edifici costruiti in epoca medievale, segno evidente di una grande importanza strategica della località, ma è soprattutto nel periodo delle Guerre di Religione, nel XVI secolo, che Vendôme si trova nel mezzo delle contese tra le diverse fazioni. La seconda metà del XX secolo ha visto il paese rinascere dopo le distruzione causata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ed oggi si presenta come un'interessante meta turistica visitata ogni anno da migliaia di visitatori.

 

L'edificio più famoso è senza dubbio l'Abbazia della Trinità (Ancienne abbaye de la Trinité), con il suo campanile romanico alto ottanta metri, una facciata gotica ed una cappella che ospita una delle più antiche vetrate di tutta la Francia, risalente all'anno 1140. Qui viene custodita  una reliquia particolarmente preziosa: la lacrima versata da Cristo sulla tomba di Lazzaro.

 

Il complesso comprende inoltre l'edificio del chiostro, che ospita un museo dedicato alla storia locale: anticamente l'abbazia ospitava oltre cento monaci ed a causa dei suoi legami diretti con Roma mantenne la propria indipendenza fino alla Rivoluzione Francese.

L'ingresso alla città avviene ancora oggi dalla splendida Porta di St.George, che sorge sulla riva del fiume Loir ed è fiancheggiata da due torri.

La struttura risale al XIV secolo, ma le sue decorazioni ed il ponte sono di epoca rinascimentale, dovuti alla volontà di Maria di Lussemburgo, duchessa di Vendôme agli inizi del XVI secolo.

L'altra porta cittadina è quella conosciuta con il nome di “Porte d'eau”, costruita sul corso del fiume, che servì durante il Medioevo per regolare la distribuzione d'acqua ai mulini della città.

Nella bella Place San Martin si trova la statua del maresciallo Rochambeau, che comandò le truppe francesi a fianco dei soldati americani nella loro lotta per l'indipendenza nel 1781, accompagnato dal marchese di Lafayette, ma sulla piazza si erge soprattutto la Tour SaintMartin, campanile dell'omonima chiesa: ricostruito nel XIX secolo, ospita un carrillon cinquecentesco.

 

In paese sono visibili anche le vestigia di un castello, utilizzato tra l'XI ed il XVII secolo e dell'adiacente collegiale di St.Georges, testimoni del potere della famiglia Bourbon ­Vendôme che salì al trono di Francia con Enrico V, ma anche la struttura dell'antica Tour de l'Islette, torre di difesa che sorgeva lungo le mura, accanto alla quale si trova oggi il Jardin Public sulle rive del fiume.

 

Non finiscono tuttavia qui le meraviglie di Vendôme: si possono infatti visitare anche il seicentesco Hôtel de Ville (il municipio), l'antico Couvent des Cordeliers risalente al XIII secolo o lo splendido Hôtel du Saillant, residenza quattrocentesca dove si trova oggi l'Ufficio Turistico.

 

Tutti i turisti che giungono in paese attratti dalla bellezza degli edifici che costituiscono il patrimonio storico di Vendôme, rimangono colpiti anche dalla tranquillità di un luogo che ha saputo conservarsi ed evitare il turismo di massa: nei mesi estivi, è inltre possibile rilassarsi con le gite in barca lungo il fiume Loir.

dove dormire

Camping
AU COEUR DE VENDOME

 

41100 -  Vendôme

(in centro)
Tel. 02 54 77 00 27

      

17 Versailles
TAPPA  15

da Vendôme

a Chartres

(86 km)

 

Si continua a pedalare verso nord, risalendo il corso del Le Loir che attraverseremo più volte.

 

Il paesaggio si tinge di verde per i numerosi boschi che si alternano ai campi coltivati nel cuore della regione francese del Centro, nel dipartimento di Eure-­et-­Loire.

 

Qui sorge l’elegante e fascinosa città di Chartres, riconoscibile già da lontano per l’imponente cattedrale che si staglia al di sopra dei campi di grano.

 

Collocata in una zona popolata sin dalla preistoria, Chartres è ricca di monumenti megalitici e siti archeologici che ne attestano l’antichità, e la regione a cui appartiene corrispondeva un tempo al territorio abitato dai Carnuti, che usavano chiamare la città “Autricum”.

Chartres: la storia

 

Oggi Chartres è uno scrigno traboccante di tesori, un agglomerato sorprendente di attrazioni uniche: prima fra tutte la celeberrima Cattedrale gotica di Notre Dame (Notre­Dame de Chartres), degna rappresentante del migliore gotico francese. Edificata a partire dall’anno 1145 per volere del vescovo Fulberto, la costruzione era stata originariamente concepita in stile romanico ma in seguito, dopo un rovinoso incendio, si riprese con la realizzazione delle bellissime navate, in impeccabile stile gotico. Nel 1513 venne aggiunta alla torre nord la splendida guglia traforata detta Clocheur Neuf.

 

Particolarmente importante è poi la facciata occidentale, conosciuta come Portale Reale, su cui spicca un rosone del XIII secolo oltre ad alcune statue del XII secolo. Stupende sono le ben 176 vetrate che con bagliori ed iridescenze magiche incantano gli spettatori, raccontando i fatti della Bibbia e le vite dei santi; da vedere è poi il recinto del coro, capolavoro de XVI secolo realizzato da Jean de Texier, decorato con 200 sculture che ripercorrono la vita della Vergine.

 

Gli altri tesori di Chartres sono disseminati lungo il dedalo di viuzze strette e tortuose che le regalano quell’aria medievale indimenticabile. La parte più antica ospita, oltre a varie chiese sia romaniche che gotiche, le tipiche case in muratura e legno coma la Maison du Saumon (Casa del Salmone) in Place de la Poisonnerie: si tratta di una struttura del XVI secolo, decorata con splendide sculture lignee. Altri edifici in legno si trovano in Rue des Ecuyers, mentre in Rue Chantault, al numero 29, si trova un’anziana signora molto speciale: si tratta della più vecchia casa della città, risalente al XII secolo.

 

I “tertres”, caratteristiche strade a gradini, conducono verso la zona più bassa di Chartres, dove un percorso pedonale incantevole serpeggia lungo le sponde del fiume Eure e regala la vista pittoresca di vecchi mulini ad acqua, ponticelli di legno, e una visuale unica della parte alta della città.

18 Parigi

Oltre alla Cattedrale, le altre chiese di notevole interesse e pregio artistico sono l’abbazia di St Pierre e quella di Saint­Aignan, quest’ultima in una splendida posizione in prossimità del fiume.

Spostandoci in epoca più moderna ricordiamo la bizzarra Maison Picassiette, del XX secolo, simpatico edificio in stile naif. Chi volesse avere un’idea più completa della storia locale, delle inclinazioni artistiche e delle usanze del luogo non ha che l’imbarazzo della scelta tra i vari musei che Chartres offre: il centro Internazionale del Vetro è un museo ma anche un laboratorio e un centro culturale, dedicato all’arte del vetro colorato con una sezione speciale sulle vetrate della bellissima Notre Dame.

 

Il Museo delle Belle Arti espone una ricca raccolta di opere antiche e moderne, oltre ad una collezione di clavicembali del XVII e XVIII secolo e una sezione di oggetti provenienti dalle isole del Pacifico. Altri musei da visitare sono il Museo Archeologico, il Museo delle Scienze Naturali e della Preistoria, e il Conservatoire de l’Agriculture, primo museo della Francia ad essere interamente dedicato all’agricoltura.

dove dormire

Camping Municipale
DES BORS DE L'EURE

 

28000 - Chartres

(in centro)
Tel.  02 37 28 79 43
 

TAPPA  16

da Chartres

Versailles

(74 km)

 

Un altra tappa lunga, con continui saliscendi sulle colline che ci separano da Parigi.

La fatica sarà compensata dalla bellezza paesaggistica e dalla atmosfera bucolica.

 

Nell'ultima parte della giornata attraverseremo il Parco Naturale Regionale dell'Alta Valle di Chevreuse, ricco di sentieri, foreste, stagni e fiumi.

 

La tappa termina a Versailles, con i suoi vastissimi giardini e l’immenso palazzo Reale tra i più sontousi e celebri al mondo, considerata l’espressione della gloria del Re Sole.

La Reggia: i giardini, le fontane e il Castello

 

L’antico padiglione di caccia di Luigi XIII fu ingrandito e trasformato da suo figlio, Luigi XIV, nella sede della Corte e del Governo di Francia.

I lavori cominciarono nel 1668 e ne risultò il più grande palazzo europeo, in grado di ospitare 20.000 persone.

E’ stato abitato dai reali fino al 1789, quando Luigi XVI e Maria Antonietta furono costretti a tornare a Parigi dalla Rivoluzione. I saloni riccamente decorati, ancora ammobiliati con i mobili dell’epoca (alcuni in argento), vi lasceranno senza fiato.

Anche i giardini furono ridisegnati dall’architetto paesaggista Le Nôtre, che creò giardini in stile classico, con viali, aiuole, specchi d’acqua e giochi di fontane.

 

Al primo piano della Reggia di Versailles sono visitabili i Grandi Appartamenti del Re e della Regina, intorno alla Court de Marbre (il cortile centrale dal pavimento in marmo); verso il giardino si affacciano le sale in cui si svolgeva la vita ufficiale di corte, tra cui la sfarzosa e bellissima Sala degli Specchi, in cui 17 grandi specchi si contrappongono ad altrettante grandi finestre ad arco, delle stesse dimensioni.

 

Partendo dal Salone d’Ercole, ogni sala è dedicata ad una divinità dell’Olimpo: per esempio, il Salone d’Apollo era la sala del trono di Re Luigi XIV; una sua statua, incorniciata da ricche decorazioni in marmo, è visibile nel Salone di Venere.

Al pianterreno, vi sono gli Appartamenti del Delfino, il Principe ereditario, e gli appartamenti delle Signore, figlie di Luigi XV (questi ultimi non sempre aperti al pubblico, soprattutto in bassa stagione).

Gli appartamenti del Delfino sono ancora ammobiliati, con la biblioteca e il salone in cui studiava dove si trova il bellissimo e dettagliato mappamondo.

 

L’ala sud ospitava gli appartamenti della nobiltà, che furono poi sostituiti da Luigi Filippo con la Galleria della Storia di Francia.

L’ala nord ospita l’Opéra e la Cappella Reale, in stile barocco: il primo piano della Cappella era riservato alla famiglia reale, mentre il pian terreno alla corte.

I Giardini di Versailles, enormi e rigogliosi soprattutto nella bella stagione, sono in stile classico, in forme geometriche, con aiuole, viali e stradine, siepi e boschetti, fontane, ampie vasche e laghetti. In alta stagione, quando tutte le fontane sono funzionanti, potrete assistere allo spettacolo dei giochi d’acqua e delle fontane musicali.

 

Oltre alle varie fontane e ai giardini in stili diversi, troverete anche un bel colonnato circolare in marmo, del 1685, e l’Orangerie, per far svernare le piante esotiche. Attraversando il giardino a piedi (20­25 min), col trenino, o affittando mini autovetture elettriche, giungerete al Grand Trianon, edificio in marmo rosa del 1887, fatto costruire dal Re per sfuggire ai doveri di corte e intrattenersi con la sua amante Mme de Maintenon, e, poco lontano, il Petit Trianon (1762) che divenne il luogo preferito di Maria Antonietta.

 

Attigue al suo palazzotto, vi sono le Proprietà di Maria Antonietta, un luogo incantato, un paese a sé quasi fiabesco, in cui sono riprodotte (e ai tempi erano anche abitate) una fattoria con le vigne di Merlot di Maria Antonietta, una Latteria, una Piccionaia, una casa del Biliardo, un Mulino, una sorta di Faro, e poi un aranceto, una grotta, un tempietto dell’amore…

dove dormire

Camping 
HUTTOPIA VERSAILLES

 

78000 - Versailles

(a 3 km dalla Reggia)
Tel.   01 39 51 23 61
          

TAPPA  17

da Versailles

a Parigi

(15 km)

 

Ultima e breve tappa che congiunge la Reggia i Versailles alla capitale transalpina.

 

Dopo pochi chilometri comincia l'ingresso alla città, annunciato dal corso della Senna che oltrepasseremo: un lungo susseguirsi di piccole vie e grandi boulevard che ci porteranno nel cuore della capitale, fino agli Champs Élysées che puntano dritto in direzione della celeberrima Tour Eiffel.

 

 

Parigi: una città per sognare...

 

Difficile descrivere a parole l’incanto che si vive passeggiando lungo gli ampi viali di Parigi, città in grado di conquistare fin dal primo sguardo.

La capitale francese è magnifica in tutte le stagioni e in qualsiasi momento della giornata, dal mattino, quando gli abitanti si mettono in coda davanti alle “boulangerie” per acquistare la baguette, a notte fonda, animata dalla miriade di locali del centro.

 

A dispetto degli stereotipi più diffusi, città per innamorati e intellettuali che passano la giornata a dissertare del più e del meno nei caffè, Parigi è una metropoli dalle tante sfaccettature, in cui conoscere persone di ogni genere e vedere attrattive molto diverse tra loro.

© 2016 by Oscar Nani. Bikers for Love                via Milano 14 - 20060 Bussero                  tel +39 338 6914002                mail oscar.nani@yahoo.it                     Seguici su

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